Consulenza previdenziale: quando richiederla
Consulenza previdenziale, forse non sai in cosa consiste e quanto possa aiutarti.
Ammettiamolo: alla pensione non ci va mai molto di pensare.
Se ti dicessi che prima ci pensi meglio è o che prima ci pensi meno dovrai pensarci non mi daresti ugualmente retta e chiuderesti questo articolo immediatamente.
Al contrario ti invito a leggerlo a patto di sospendere per un momento il tuo giudizio, negativo, sulla pensione e la previdenza, e darmi o darti una risposta solo alla fine se hai bisogno di una consulenza previdenziale.
Perché non pensi alla pensione e a un piano previdenziale
Il primo pensiero che si fa quando si sente nominare la pensione è: “Non ne avrò mai una…”
Ma se non ci pensi come potresti mai averne una?
Se vuoi dimagrire come puoi farlo se non pensando a ciò che mangi e al tipo di stile di vita che conduci, se attivo o più sedentario.
Questa prima domanda la depennerei perciò subito dalla lista: “Non ne avrò mai una…”
non avrai mai una pensione tua se non ci pensi, e noi siamo qui per pensarci.
Passiamo alla seconda motivazione per cui non pensi ad una consulenza previdenziale e a un tuo personale piano previdenziale.
Il pensionamento appare sempre troppo lontano, devo lavorare altri 20 anni come minimo prima di poter andare in pensione, del perché questa è un’ottima notizia te lo farò capire più avanti.
In più la pensione nell’immaginario non è un’età della vita stra-divertente ed entusiasmante, ma è davvero così?
Guardando i nostri nonni o genitori sembra che abbiano vite migliori delle nostre.
Piacevoli, ricreative e con molte meno incombenze, finalmente libere dal dover rispettare aspettative personali ed esterne, senza imposizioni e una consapevolezza e saggezza pacate.
Siamo sinceri, dal centro anziani a chi preferisce invece il golf o andare a pesca in solitaria, a chi invece ha la passione per l’arte o per il liscio.
Non solo.
la vita da pensionato è una vita impegnata, per alcuni ci sono anche i nipotini a cui badare e da viziare, perché ad educarli è finalmente il turno dei vostri figli.
Impegni lavorativi azzerati, niente più riunioni estenuanti fino alle 20:00 o turni massacranti.
Il lunedì alle 8:00 leggerete il giornale e martedì se si vuole organizzare una gita fuori porta non c’è niente che lo vieta.
Partire per viaggi e senza pensare alla data del rientro non appare meraviglioso?
E se la silver age fosse la golden age?
Non pensiamo mai alla pensione perché comporta pensare alla nostra vecchiaia, un momento inevitabilmente di bilancio e per questo abbiamo maggiore ritrosia a pensarci.
I bilanci non piacciono poi tanto neanche ai commercialisti e anche a Capodanno ci danno un po’ di pensieri
Si tratta di un momento di bilancio, ed è per questo che oggi, giovani o meno giovani, abbiamo un po’ di ritrosia a pensarci e a progettarlo.
Cosa abbiamo combinato? Avremmo potuto fare di più? Meglio? Cosa è andato storto? Come possiamo gestire l’inevitabile e imponderabile?
Pensandoci e pensandoci fina da ora, smettere di rimandare è l’unica soluzione.
Come si dice prima o poi i nodi vengono al pettine e dovremo riflettere consapevoli che: “chi ben comincia, è a metà dell’opera”.
Riflettere al tuo piano individuale pensionistico rimane la chiave per aprirti e garantirti una silver age davvero dorata.
La terza ragione per cui non hai ancora chiesto una consulenza previdenziale
Terza motivazione per cui rimandiamo di pensare alla pensione e ritardiamo nel progettare il nostro piano pensionistico individuale è: il lavoro.
Quante ore lavori al giorno?
Se non sai rispondere forse troppe e proprio per questo dovresti pensare a come poter raggiungere la pensione.
Sì, lo so che amate la vostra professione e la voglia di far carriera oggi prevale.
Se poi no, no amate la vostra occupazione è proprio pensando e riflettendo alla pensione che potreste dargli una svolta.
Anche noi lavoriamo no stop e proprio per questo vi diciamo:
FERMATEVI
Trovate un attimo per pensare al vostro piano pensionistico individuale.
Pensarci fin da ora vi consente di guadagnare più tempo e soldi che lavorare altre 10 ore.
Un guadagno non solo monetario, ma personale: potrete esser certi di passare una vecchiaia sicuri, senza carenza di risorse economiche, insomma una vecchiaia serena!
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L’importanza di una pianificazione previdenziale: perchè ogni storia professionale è unica
Ogni storia è unica, così come ogni carriera professionale.
Voi non avete lo stesso trascorso del collega a fianco a voi.
Ognuno di noi ha obiettivi di carriera e di vita diversi per questo ricorrendo ad una consulenza personalizzata si riesce ad avere un’istantanea sulla vostra situazione ad oggi e quello che si può fare per migliorarla.
Una soluzione tailor made e strutturata sulla base della vostra storia contributiva.
A livello previdenziale è diverso essere stati dipendenti o titolari di impresa artigiana o ancora aver collaborato con contratti di collaborazione pura.
Procedere con una consulenza personalizzata ha un indiscusso vantaggio.
Alcuni di voi potrebbero preferire anticipare la data e chi invece preferisce rimanere sul posto di lavoro il più a lungo possibile.
Sono scelte estremamente personali e dettate anche dalla propria situazione personale, familiare e dagli eventi che capitano.
Potremmo perdere il lavoro o decidere di metterci in proprio realizzando finalmente le nostre passioni ecco perché avere e aggiornare alla luce di essi il proprio piano previdenziale fa la differenza.
Ma se non volete ascoltare ecco un buon motivo per cui iniziare fin da ora a pensare al proprio piano previdenziale.
Sfruttare l’interesse composto
Con 2.000€ di versamento annuo su 30 anni ad rendimento neanche elevatissimo, ipotizziamo il 4,5% si può ridurre sensibilmente il problema previdenziale.
Sfruttando a proprio vantaggio il beneficio della capitalizzazione composta si potrà raggiungere un capitale importante.
Se versato su di un fondo pensione si potrà convertire in una rendita vitalizia che ci accompagni per sempre.
Un’ora della vostra attenzione, per parlare del vostro piano previdenziale e si potrà dare una rivalutazione altissima a tutte le ore di lavoro se non anche di straordinari che attualmente fate.
Siamo sempre così presi dal fare carriera, cercare il nostro posto nel mondo o quello che vorrebbero per noi.
Dalla ricerca della sicurezza lavorativa e finanziaria, dalla competizione e dalla rivalità per raggiungere chissà quale vetta nonostante ci sarà sempre qualcuno migliore di noi in qualche campo della vita che alla fine perdiamo di vista le gioie del viaggio e del traguardo.
Tutte queste fatiche e queste preoccupazioni vengono meno al momento della pensione, ma se vuoi arrivarci preparato e battere almeno un terzo dei tuoi colleghi è il momento di pensarci ora.
Se vuoi che tutte quelle ore di lavoro, se cerchi la tanto ambita sicurezza e benessere finanziario sul lungo termine è il momento di progettare il tuo piano pensionistico individuale.
Risparmierai tempo e denaro.
Letteralmente, e ti ritroverai soddisfatto sia del tuo percorso professionale che personale.
Ho parlato di problema pensionistico non a caso, come mai è un problema?
Non voglio tediarti troppo, ma alcuna nozione un pochino più tecnica è necessaria per fare chiarezza.
Scopri come gestire al meglio i tuoi contributi e la possibilità di anticipare la tua pensione ottenendo più soldi.
Come funziona il sistema pensionistico italiano?
Il nostro sistema previdenziale è articolato su 3 pilastri.
Il primo pilastro è sostanzialmente la pensione pubblica che ti pagherà lo Stato, il secondo pilastro ed il terzo pilastro sono la tua pensione integrativa collettiva e privata.
Al primo pilastro contribuiamo versando i contributi previdenziali, all’INPS o a una Cassa professionale il meccanismo, ma non la percentuale, è pressoché lo stesso per quasi tutte le casse.
Tuttavia, questi contributi versati servono a finanziare e pagare le pensioni a chi è in pensione oggi.
Tale meccanismo si dice a “ripartizione” ed è diverso da un sistema a “capitalizzazione”, sistema dove tu versi i contributi, questi si ricapitalizzano nel tempo e poi al momento della pensione ti vengono restituiti.
In passato, ma anche ancora abbastanza oggi, si lavorava tutta la vita e ad un’età ragionevole si usciva dal mondo del lavoro.
Oggi, ed ecco perché dici sempre “io in pensione non c’andrò mai”, l’età per la pensione si è alzata e si alzerà e l’importo si ridurrà.
Ma sai perché, perché due problemi affliggono la pensione e da cui discende la necessità di arrivare preparati attraverso un buon piano previdenziale individualistico.
I due problemi macro delle pensioni
Il primo problema è sicuramente quello demografico, si parla negli ambienti istituzionali di “inverno demografico” e non c’è da esserne felici.
Facciamo sempre meno figli e al contempo viviamo anche di più, non che non ne sia contento, ma questo è un problema.
Se oggi abbiamo un anziano ogni 4 abitanti tra una ventina d’anni potremo aspettarci che tale rapporto sarà di 3 a 1 e se tu sei più giovane potrai aspettarti che nel 2045 ci sarà un pensionato ogni due lavoratori.
Nel 2065 saranno addirittura 62 pensionati ogni 100 italiani.
Cosa comporta tutto ciò?
Che i restanti 38 lavoratori con il loro lavoro pagheranno le pensioni ai restanti: i 62 pensionati di sopra ma tutti coloro che sono già in pensione.
Ma se non facciamo più figli e i nostri contributi non vengono conservati ma vanno a finanziare le pensione in pagamento oggi chi pagherà la tua pensione?
Come faranno questi lavoratori a sostenere con i propri contributi quasi il doppio degli anziani che sostengono oggi?
Questo è il primo aspetto del problema pensionistico che ti porta ad affermare giustamente che la tua pensione non sarà mai quale quella dei tuoi nonni, ma neanche simile a quella dei tuoi genitori.
Ed esiste anche un secondo aspetto della medaglia
Il secondo problema delle pensioni
Guarda l’immagine in basso tratta dalle elaborazioni di Moneyfarm, cosa noti?

Lavoriamo in condizioni più precarie, iniziamo più tardi e lavoriamo per meno tempo, mentre il periodo in pensione è più lungo.
Ciò in parte spiega perché negli anni i governi hanno introdotto riforme per alzare l’età per il pensionamento.
Se ci sono meno contributi versati e più pensioni da pagare e per più tempo capite che il sistema diviene insostenibile.
È un problema anche economico oltre che demografico.
Il problema economico è tanto a livello micro, come appena analizzato, ma anche a livello macro.
A livello macro
Le pensioni sono legate all’inflazione e PIL.
Se il PIL sale le nostre pensioni salgono, se scende, scendono.
Crescendo come la Cina non sarebbe un problema, guarda bene l’immagine seguente tratta dal Corriere della Sera:
Se crescessimo come la Cina non avremmo problemi anzi le nostre pensioni sarebbero quasi paradossalmente più alte del nostro stipendio.
Meno peggio se crescessimo come gli USA, ci potremmo accontentare non credete?
Ma la situazione attuale non è paragonabile.
Questa immagine dovrebbe farti riflettere sul perché ad oggi avrai una pensione povera e perché dovresti richiedere una consulenza previdenziale.
La spesa per le pensioni è pari al 17% del PIL.
Una spesa spaventosa ad oggi figuriamoci per il futuro e di certo inconciliabile con il risanamento del nostro spaventoso debito pubblico.
Al fine di arginare la crescita e l’impatto del sistema pensionistico sull’intera spesa pubblica negli anni siamo passati attraverso varie riforme.
Dall’abolizione del sistema retributivo per passare a un sistema interamente contributivo ma le varie riforme, ultima per triste notorietà la riforma Fornero hanno solo di poco ridotto il problema.
Lacrime e sangue sono stati solo un semplice palliativo e, se non volete correre rischi, dovete capire che lo stato assistenzialista sarà purtroppo sempre meno presente.
Un modo in cui lo Stato potrebbe accontentare tutti sarebbe quello di aumentare la spesa pensionistica, ma questa come detto non si può aumentare.
Il problema economico è più articolato di quanto appare.
Abbiamo un serio problema a livello di mercato del lavoro.
Il mercato del lavoro è stato ugualmente colpito da molteplici riforme.
Pensiamo ai contratti di apprendistato, ai voucher, al part time, sono tutte variabili che tu sottovaluti ma che purtroppo impattano sulla tua pensione.
Tutto ciò rende difficile trovare un fil rouge per sapere con quanto e quando si andrà in pensione e per questo sempre più persone richiedono pertanto una consulenza previdenziale.
Inoltre, la costante disoccupazione e le carriere discontinue determinano che versiamo e alimentiamo il sistema pensionistico in misura meno valida rispetto al passato e di nuovo, come un serpente che si mangia la coda, avremo pensioni più povere.
Ritardando la data per il primo impiego, con carriere più discontinue e precarie le nostre pensioni saranno più basse
Se a ciò si aggiungono i continui tagli, ecco qua che la pensione povera diventa una certezza.
Cos’è il tasso di sostituzione?
Il tasso di sostituzione è una percentuale tra la prima pensione percepita e l’ultimo reddito da lavoro.
Si tratta di un punto chiave anche della tua consulenza previdenziale.
Conoscere questo tasso è fondamentale per sapere, più o meno, quanto si potrà prendere di pensione e quanto mancherà invece rispetto all’ultimo reddito.
Il tasso di sostituzione ci permette di conoscere quanto sarà il nostro assegno pensionistico e questo quanto può fare la differenza anche in alcuni casi sull’accesso al trattamento pensionistico.
Se abbiamo un tasso di sostituzione al 60% significa che avremo un famoso gap previdenziale da colmare pari al 40%.
Semplifichiamo ancora di più di fronte ad una retribuzione di 1.000€ prenderemo un assegno di 600€ e i restanti 400€ puff! Scomparsi.
Come potremo integrare 4.800€ all’anno? Con quali risorse?
Capite che richiedere una consulenza previdenziale il prima possibile è fondamentale?
- Facilita le cose
- Rende il piano sostenibile nel tempo
- Vi permette di andare in pensione con la soluzione migliore
Tra poco vedremo i 7 benefici principali per cui richiedere una consulenza previdenziale personalizzata, prima, però, vediamo un interessante confronto che ti persuaderà a chiedere una consulenza previdenziale personalizzata.
Quanto è importante fare una consulenza previdenziale: un confronto decisivo
I pensionati del 2020 sono gli ultimi che potranno puntare ad un tasso di sostituzione dell’80%, ma anche qui a fronte di ben 42 anni di lavoro.
Da qui ai prossimi anni i tassi di sostituzione si ridurranno progressivamente.
Pensate che ogni anno in meno lavorato riduce come minimo la vostra pensione dell’1,5%.
Ma vediamo concretamente in cosa si traduce.
Vediamo cosa potranno aspettarsi, in tema molto generico, 8 lavoratori uomini e donne di 4 diverse età: 30-40-50-60 anni.
Un giovane trentenne oggi può aspettarsi di andare in pensione a 72 anni con un assegno pari solo al 52% della sua ultima retribuzione.
Una ragazza potrebbe andare con qualche mese di anticipo, ma contando su una pensione anche più bassa, qui si scontano le carriere più precari e l’impatto della maternità, che abbassano decisamente l’importo dell’assegno pensionistico.
Un sessantenne oggi se ha una buona pensione potrà accedere alla misura anticipata.
Qualora volesse attendere la pensione di vecchiaia dovrà accontentarsi di un assegno previdenziale pari a solo il 71% del suo ultimo stipendio e del 66% se donna.
La tabella appena mostratavi evidenzia bene come andremo in pensione sempre più in là nel tempo, elemento che non è una scusa a ritardare di pensare al vostro piano previdenziale individuale, e con assegni decisamente più bassi.
Il tasso di sostituzione tra le diverse fasce di lavoratori sarà di circa il 56%, per un gap di ben il 44% delle risorse economiche al momento dell’uscita dal mondo del lavoro.
Se oggi avete una retribuzione di circa 1.500€ dovrete rassegnarvi a vivere con all’incirca 840€ al mese.
Mentre il tenore della vita continua a diventare sempre più costoso.
La generazione che sta uscendo in questi ultimi anni sarà una delle poche ad avere un tasso di sostituzione pari all’80% dell’ultima retribuzione.
Eppure, anche per loro può essere interessante procedere ad una consulenza previdenziale, ciò a causa del fatto che anche in dirittura di arrivo vi sono opzioni migliori di altre.
A livello di pensione pubblica in termini di opzioni di uscita più convenienti, in termini finanziari per una corretta gestione del patrimonio per affrontare la vecchiaia.
Dalla gestione del montante sul fondo pensione alla valutazione della costruzione di una rendita.
Tutto ciò non lo diciamo per spaventarvi o scoraggiarvi, al contrario vuole essere un’esortazione a pensare fuori dal coro arrivando al meglio alla pensione attraverso una consulenza previdenziale.
Il tema è noioso, estremamente personale: la mia storia lavorativa non è uguale alla tua né quella di un medico o di un architetto si possono paragonare.
Ma la soluzione è a portata di mano richiedendo una consulenza previdenziale personalizzata.
Con essa troveremo, se necessario, i migliori interventi sia a livello pubblico sia i migliori interventi a livello di integrazione complementare.
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In Italia come stiamo messi?
Solo 1 italiano su 4 ha capito il beneficio della previdenza complementare e come sfruttarla al meglio per costruirsi il suo vitalizio.
3 di voi che stanno leggendo non hanno nessuna misura di integrazione che invece rimane fondamentale per arrivare coperti e protetti al momento della pensione.
3 di voi, forse anche tutti e 4, ancora non hanno idea di come rimandare, e quanto scegliere i prodotti sbagliati, rovini la loro pensione.
Nella scala di una corretta pianificazione finanziaria la consulenza previdenziale si colloca ai primi scalini della consulenza finanziaria.
Lavoriamo e investiamo per poter raggiungere i nostri obiettivi personali, professionali e non.
Preservare e rivalutare gli sforzi del nostro lavoro, proteggere il tenore di vita e salvaguardare la nostra vecchiaia non deve essere un obiettivo da trascurare.
Una volta impostati questi pilastri il resto verrà da sé.
Aver pensato e controllato la vostra pensione oggi con una consulenza previdenziale vi permetterà di raggiungere gli altri obiettivi di investimento in maniera più serena impostando diversi profili rischio/ rendimento.
Perciò cosa aspettiamo e scopriamo i 7 benefici di ricorrere ad una consulenza previdenziale.
I 7 benefici di ricorrere ad una consulenza previdenziale personalizzata
Il vantaggio di ricorrere ad una consulenza previdenziale è di ottenere non solo un piano pensionistico individuale.
Ci sono anche altri benefici che sicuramente non conosci:
- Ordini e riordini la tua posizione contributiva. In tanti proprio al momento di richiedere la consulenza previdenziale scoprono che il proprio estratto ha spezzoni e buchi contributivi.
- Si conosce il tasso di sostituzione ed il gap presente ad oggi
- Può essere una buona base anche per le scelte professionali future: se passare da dipendente a p.iva
- Si cerca di preservare il tuo tenore di vita attuale anche in pensione
- risparmi in costi, eviti di investire in prodotti inadatti e guadagni tempo (e ci guadagni pure economicamente!)
- che tu sia prossimo o più distante alla pensione puoi trovare e valutare le soluzioni più adatte per la tua exit dal lavoro come accennato poco sopra
- segui il piano e lo segui meglio (poi ti dimostrerò perché lo affermo)
Ripeto ogni storia è diversa così come le aspettative al momento della pensione a maggior ragione con una consulenza previdenziale strutturata su di te potrai rispondere a molte altre domande.
Se vuoi approfondire quanto ti costa non prenderti cura delle tue finanze ti consiglio di leggere QUA:
Consulenza previdenziale altri 3 motivi per chiederla
Un ottimo motivo a richiedere una consulenza previdenziale personalizzata è nel sapere a che punto siamo sia a livello professionale sia personale.
Più o meno soddisfatti del nostro lavoro la pensione è una certezza.
Lì saremo davvero indipendenti.
Se non hai mai pensato al problema previdenziale e a come risolverlo molto probabilmente non sai neanche le domande da porti.
Al momento ho semplificato molto, ma sono certo che sulla base di questo ti verranno molte idee in testa.
Accade spesso anche nelle nostre consulenze previdenziali, si parte dal voler capire quando e con quanto si andrà in pensione e poi diventa l’occasione anche per affrontare temi importanti come la reversibilità della rendita del fondo pensione.
Ci sono tante domande cui una consulenza previdenziale può dare risposta:
- quando e con quanto andrò in pensione?
- Come colmare senza sforzo un eventuale gap?
- questo è il fondo giusto e il comparto giusto per me?
- il versamento sul fondo è giusto?
- sto versando troppo o troppo poco?
- ma soprattutto è giusto ricorrere ad un fondo pensione?
Attraverso una consulenza previdenziale sarà possibile progettare il proprio piano investimento pensionistico e dare risposta a tutte queste domande.
Stiamo o no cercando il nostro miglior inizio?
Progettando il proprio piano pensionistico individuale possiamo farlo e possiamo ancora di più evitare errori che potrebbero rovinare o rendere meno efficace il nostro obiettivo.
Non mi dilungo e ti presento solo due brevi esempi,
Il primo la situazione di un giovane lavoratore oggi e il secondo l’impatto che ha smettere di rimandare una consulenza previdenziale.
L’importanza di progettare il tuo piano individuale pensionistico
Il caso in indagine riguarda un giovane 35enne che ha iniziato a lavorare nel rispetto dell’età media vista precedentemente.
Il nostro Simone a 29 anni dopo la laurea e un periodo di praticantato ha trovato finalmente un impiego come dipendente per qui percepisce annualmente una retribuzione totale di 25.000€.
Abbiamo ipotizzato che resti in tale posizione professionale fino al momento della pensione in piena continuità lavorativa e a fronte di una crescita retributiva nel tempo del 1,5%.
Come e quando andrà in pensione?
Se lavorerà continuativamente la prima data utile per il pensionamento sarà ad agosto 2053 e con un tasso di sostituzione lordo del 62,7% posto un PIL costante all’1,5% e inflazione al 2%.
A Simone ad oggi se non fa nulla verranno a mancare risorse importanti rispetto al suo ultimo reddito.
Come potrà colmare tale gap e cosa accadrebbe se qualche modifica normativa intervenisse?
Oggi di fronte ad un ultimo reddito di 39.663€ lordi percepirebbe un assegno lordo di 24.858€, al netto delle tasse in vigore oggi Simone in vecchiaia dovrà sopravvivere con 19.137€ all’anno.
Vediamo semplicemente cosa accade se il PIL non fosse all’1,5% ma dopo l’infiammata di questi anni, si mantenesse su un più basso 0,5%.
Mantenendo fissa la data di pensionamento e modificando solamente il PIL cosa accade alla pensione di Simone?
A fronte di una vita intera di lavoro anche ben retribuito rispetto alla media dovrà accontentarsi di 16.648€ di pensione. Avrà un gap lordo di ben il 53,5% corrispondente ad un netto del 65%.
Oggi a 35 anni gli mancheranno se non fa nulla il 35% delle risorse.
Proprio il fattore tempo fa la differenza e per questo vi sollecitiamo a procedere con una consulenza previdenziale.
Ma se pensate che ci sia solo un doppio fine lasceremo parlare al posto nostro i numeri.
Sfruttare il tempo con la giusta pianificazione previdenziale
Programmare la propria silver age è importante e prima lo facciamo meno sarà un impegno gravoso.
Voglio vedere con te un caso pratico di quanto può influenzare la variabile tempo, ma soprattutto consapevolezza di procedere con una consulenza previdenziale.
Vediamo la differenza tra chi inizia oggi e chi ha iniziato 10 anni prima a occuparsi della propria situazione previdenziale.
Il nostro “previdente” a differenza dello “sprovveduto” ha aperto un fondo pensione compreso il suo gap e sta versando solo quanto necessario per colmare il gap che avrà.
Iniziando e contribuendo sul fondo pensione giusto rispetto ad un coetaneo più indolente potrà guadagnare quasi il doppio al confronto di iniziare a versare e colmare il gap oggi.
Sì, perché attraverso la possibilità di sfruttare il vantaggio del tempo, ma soprattutto la normativa previdenziale, può arrivare a coprire in maniera serena il proprio gap pubblico.
Che sia dipendente o autonomo, consapevole del gap previdenziale e della mancanza di risorse che dovrà fronteggiare con un’accurata pianificazione finanziaria previdenziale riuscirà a tagliare il traguardo della pensione in maniera brillante.
Gli esempi che ti ho mostrato, quello di Simone e questo secondo, sono molto realistici e anche tu potresti essere nella stessa situazione ed essere sul filo limite per non rovinare tutto.
Con una consulenza previdenziale approfondita potrai risolvere e raggiungere anche tu l’obiettivo pensionistico liberando potenzialmente altre risorse che potrebbero essere investite diversamente.
Non ho più tempo conviene ricorrere ad una consulenza previdenziale?
Sì, anche tu puoi avere una buona pensione e anche per te c’è ancora qualche margine di manovra per sistemare la tua posizione previdenziale.
Potrai sicuramente capire, soffermandomi solo alla parte complementare, se il fondo in cui hai sempre versato è buono per davvero o come gestire il capitale al momento della epnsione
Se hai spezzoni contributivi o hai versato in più casse previdenziali potrai scoprire la soluzione di coordinamento più conveniente di queste diverse posizioni.
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L’ultimo vantaggio di ricorrere ad una consulenza previdenziale
Ricordi uno dei benefici espostiti sopra riguarda il vantaggio di richiedere un paino pensionistico individuale e una consulenza personalizzata?
Su non hai ancora l’Alzheimer.,,ecco era nel vantaggio di seguire meglio il paino.
Nello studio: “Financial Literacy. Implications for Retirement Security and the Financial Marketplace,” pubblicato sull’Oxford University Press, 2011, è stat riscontrato come rivolgendosi ad un consulente previdenziale si ha una percentuale di successo del piano del 49,4%.
Se tu ad oggi iniziassi a fare da solo e ti confrontassi solamente con amici e parenti la percentuale di riuscita rimarrà al 17,4% più di 30 punti percentuali di differenza, impressionante non credi?
Se pensiamo che stiamo parlando di un tema così delicato come la pensione, ecco che il vantaggio di avere dalla propria un consulente indipendente.
Egli tiene solo a che voi raggiungiate il vostro obiettivo, come detto, ripaga il vostro investimento in una consulenza previdenziale, anche se forse ora non ve ne accorgete.
Stiamo parlando di un ottimizzare e pianificare un’intera fase della vita, pertanto, le cautele e l’impegno deve essere massimo.
Lo scenario contemporaneo non ammette leggerezze tanto più su un tema delicato quale previdenza e anzianità.
E voi avete mai pensato di sistemarvi per la pensione?
Ricorrendo ad una consulenza previdenziale potrete finalmente iniziare a progettare come vivere di rendita.
Spero tu mi abbia dato retta leggendo tutto senza lasciarti influenzare da stereotipi e frasi fatte.
Se non dovesse bastarti, guarda quanto è importante essere a conoscenza della propria situazione pensionistica.
E perché bisogna agire.
Consapevole ora, anche se solo a un livello generale, del problema demografico ed economico, alla luce della tua situazione professionale attuale e futura non credi che sia il caso di procedere ad una consulenza previdenziale?