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Guida completa agli investimenti con ETF ed ETC

Gli ETF e gli ETC, molto popolari tra gli investitori privati, appartengono a una categoria molto più ampia di prodotti finanziari: gli ETP.

Ma di cosa si tratta? Cosa sono ETP, ETF, ETN ed ETC? E quali sono vantaggi e limiti di questi prodotti di investimento?

ETP: cosa sono?

Tra le diverse tipologie di prodotti di investimento quotati in borsa, gli ETF (o tracker) sono diventati molto popolari: vengono utilizzati dagli investitori, sia privati sia istituzionali e la loro sigla sta per Exchange Traded Funds: si tratta di una sottocategoria di prodotti in un universo molto più ampio, quello degli ETP (Exchange Traded Products).

La tabella qui sotto sntetizza tutte le tipologie di ETP:

Fonte: https://www.adviseonly.com/wp-content/uploads/2021/06/ABCFinanza-ETN.jpg

In breve, gli ETP sono prodotti di investimento che forniscono esposizione a diverse asset class come azioni, titoli a reddito fisso, materie prime, valute e criptovalute.

Sono per lo più gestiti passivamente, perché seguono un indice di riferimento.

Tutti gli ETP sono prodotti a capitalizzazione variabile, il che significa che i titoli saranno creati e rimborsati in base alla domanda degli investitori e con la sola limitazione della liquidità dell’attività sottostante.

I vantaggi

I principali vantaggi degli ETP sono:

  • accesso facilitato ai mercati finanziari
  • diversificazione
  • prezzi/costi competitivi
  • possibilità di acquistare e vendere durante l’orario di apertura della Borsa
  • prodotti garantiti fisicamente o mediante documenti detenuti presso un depositario terzo (per ETP sintetici garantiti)
  • prodotti trasparenti, perché seguono indici calcolati da fornitori indipendenti (come MSCI, S&P, FTSE Russell, Solactive, ecc.).

Gli svantaggi

I principali svantaggi degli ETP sono:

  • possibile rischio di credito
  • differenza di fuso orario (ad esempio, per ETP quotati in Europa che replicano titoli azionari statunitensi)
  • non ammissibilità di tutti gli ETF al PRA (piano di risparmio per azioni).

Investire in ETP Leverage e short

Si tratta di tipologie speciali di ETP, che offrono un’esposizione finanziaria al rialzo o al ribasso su una varietà di classi di attività.

Gli ETP short si caratterizzano per un’esposizione inversa basata sulla performance giornaliera di un indice o di un’azione: in pratica, offrono la possibilità di realizzare un profitto quando il valore di un indice o di un titolo sta scendendo.

Gli ETP long con leva (leveraged) forniscono esposizione a un multiplo del rendimento giornaliero di un indice o di un’azione.

La performance di questi ETP viene azzerata quotidianamente, quindi il fattore di leva è costante nel tempo.

Il reset giornaliero si traduce in rendimenti composti per periodi di detenzione superiori a un giorno, il che significa che, a seconda della natura dei movimenti di prezzo quotidiani, si verificherà una deviazione positiva o negativa dal fattore leva.

È probabile, poi, che gli effetti compositi siano più pronunciati quanto più a lungo viene detenuto un ETP con leva. Ciò evidenzia un punto chiave: questi ETP sono concepiti come investimenti a breve termine per investitori esperti.

Perchè conviene?

I principali vantaggi degli ETP short e long sono:

  • possibilità di impegnare meno capitale per raggiungere un dato livello di esposizione
  • le perdite non possono superare l’importo investito e non vi è richiesta di margine
  • il meccanismo circuit breaker infragiornaliero si attiva in caso di elevata volatilità
  • i dividendi sono calcolati nel rendimento complessivo

Quali svantaggi?

I principali svantaggi degli ETP Leverage e Short, invece, sono:

  • leva finanziaria ridotta rispetto ad altri derivati ​​di tipo opzionale
  • Slippage Beta che può funzionare contro di te per posizioni a lungo termine
  • scelta limitata di attività sottostanti.

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Investire con gli ETF

Gli ETF sono senza dubbio gli ETP più popolari: offrono un’esposizione diversificata con la condizione di replicare un minimo di sedici titoli sottostanti.

Devono soddisfare diversi criteri, ad esempio un asset non può rappresentare più del 10% della ponderazione dell’ETF.

Gli ETF possono tracciare diverse classi di attività classiche come azioni, obbligazioni e materie prime.

Gli indici sono generalmente ponderati in base alla capitalizzazione di mercato, ma sono disponibili anche indici che danno lo stesso peso a ciascun componente.

Per quanto riguarda le azioni, si possono scegliere indici settoriali e tematici: questi ultimi consentono agli investitori di accedere ad aree come la robotica, la sicurezza informatica, etc.

Anche gli indici di tipo Smart Beta sono apprezzati dai trader che desiderano ottimizzare la performance: sono costruiti sulla base di fattori come momentum, qualità, valore e volatilità.

Gli ETF replicano fisicamente o sinteticamente la performance dell’indice.

ETF: qual è la differenza tra fisici e sintetici?

Per replicare la performance del loro benchmark, i fornitori di ETF possono utilizzare due diversi metodi:

  • replica fisica: il gestore dell’ETF acquista tutte le azioni in base alla ponderazione dell’indice
  • replica sintetica: il gestore utilizza un derivato chiamato swap. Uno swap consente di scambiare la performance di due asset. L’ETF ha, quindi, un paniere di azioni che poco ha a che vedere con quello dell’indice. Scambia, insomma, la performance del proprio portafoglio con quella dell’indice tramite uno swap, generalmente contratto con una banca d’investimento.

Investire in ETF sintetici conviene perché sono meno costosi, più precisi e anche ammessi al PRA.

Di contro, gli ETF fisici consentono il prestito di titoli. Ciò consente di compensare parzialmente i costi di gestione.

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Come decifrare il nome di un ETF?

Per comprenderlo, facciamo un esempio: Lyxor Core MSCI World (DR) UCITS ETF – Acc:

  • Lyxor Core: nome dell’emittente/società di gestione. Core indica una gamma di ETF di Lyxor
  • MSCI WORLD: nome del benchmark replicato e della strategia
  • (DR): sta per Direct Replication, ovvero replica fisica e non sintetica • UCITS ETF: Indica che l’ETF è conforme alla direttiva UCITS.

L’ultima parte riguarda i dividendi:

  • Acc o C, in inglese Accumulating: i dividendi generati dall’ETF sono capitalizzati.
  • Dist. o D sta per Distribuire: sono distribuiti.
  • C/D: entrambi sono possibili.

Investire in ETF di prima generazione

Questi tracker replicano i principali indici di borsa.

Oggi tutti i principali indici borsistici mondiali sono accessibili e gli italiani prediligono in particolare gli ETF che consentono loro di posizionarsi sul FTSE MIb40.

Investire in ETF di seconda generazione

I tracker replicano indici settoriali e tematici.

Permettono, quindi, di posizionarsi in un settore, senza dover scegliere pochi titoli. La diversificazione consentita da questo tipo di ETF può essere molto positiva per l’investitore.

Ad esempio, un trader posizionato nel settore energetico soffrirà molto meno della caduta dei mercati rispetto a un azionista.

Investire in ETF di terza generazione

I tracker replicano gli indici del mercato obbligazionario e le materie prime.

Investire in Smart ETF: Smart Beta

Consentono di implementare sofisticate strategie di investimento.

Ad esempio, replicano un indice creato per l’occasione, che non è ponderato dalla capitalizzazione di mercato, ma da vari fattori di sovraperformance. Possono anche essere un mezzo per gestire il rischio all’interno di un portafoglio.

Ad esempio, un ETF lowvol è un titolo il cui indice è composto da società la cui volatilità è inferiore alla media.

Investire in ETF di ultima generazione: ETF a gestione attiva

Questa nuova categoria di ETF è apparsa dopo il 2018: gli ETF di ultima generazione hanno una modalità di gestione simile a quella degli hedge fund. Consentono anche strategie di trading di tipo day trading.

Investire in ETF Bitcoin: la novità targata 2021

La notizia del primo ETF Bitcoin approvato dalla SEC (Securities and Exchange Commission) sulla Borsa di New York ha fatto notizia in tutto il mondo: si chiama BITO e tiene traccia del valore dei contratti future di Bitcoin sul CME.

BITO comprende, per oltre il 3%, anche buoni del Tesoro USA.

In realtà, questo ETF non detiene alcun Bitcoin, ma contratti Bitcoin Futures. Si tratta di un’indicazione importante, perché i contratti future di Bitcoin riducono la performance nel tempo, tanto che nel 2021, un investitore in contratti future di Bitcoin avrebbe avuto un deficit di quasi il 40% rispetto a un classico investitore in Bitcoin.

Per qualche tempo gl investitori europei hanno sperato in un clone nostrano di BITO, tuttavia, in Europa i regolamenti vietano che un ETF sia composto da un solo asset.

Se un ETF Bitcoin europeo non esiste, però, da qualche anno in Europa sono comparsi ETP Bitcoin collateralizzati, che consentono di beneficiare dell’esposizione alle criptovalute con prodotti della stessa famiglia degli ETF.

La tabella qui sotto mostra un investimento esemplificativo in ETF su Bitcoin:

Fonte: https://www.filippoangeloni.com/wp-content/uploads/2021/02/image-38.png

Investire in ETF: come fare

Per investire in ETF da soli, in Italia, i passi preliminari sono due:

  • aprire un conto, ovvero creare un portafoglio, che dia accesso ai tracker
  • scegliere un broker online.

Puoi comprare un ETF esattamente come acquisti un’azione: tutto quello che devi fare è piazzare un ordine di borsa dall’interfaccia del tuo broker.

Investire in ETF: rischi

La domanda sorge spontanea: cosa si rischia con gli ETF? La risposta è, ovviamente: dipende.

Un ETF è un mezzo di investimento che ti espone a un rischio di perdita, talvolta anche dell’intero capitale. Prima di iniziare, perciò, dovresti focalizzare il tuo obiettivo e organizzare i risparmi di conseguenza.

In generale, gli ETF azionari sono adatti per investimenti a lungo termine, ma se hai un progetto a breve termine, è meglio orientarti verso gli ETF obbligazionari, che sono meno volatili.

In generale, i rischi degli ETF sono intrinsecamente legati ai loro asset sottostanti: un ETF di azioni cinesi, ad esempio, sarà più rischioso di un ETF di titoli di stato europei.

I tracker, in ogni caso, non presentano più rischi di un fondo tradizionale. Al contrario: la loro gestione è completamente automatizzata e trasparente. Inoltre, gli ETF tendono ad essere più diversificati rispetto ai fondi tradizionali, il che li rende prodotti meno rischiosi.

Come si guadagna con gli ETF?

Gli ETF consentono di guadagnare senza impegnare grossi capitali.

Si tratta, infatti, di un investimento passivo che richiede poco tempo. Non è necessario guardare i prezzi delle azioni o analizzare ogni azienda: in pochi clic, puoi investire in diverse società, riducendo i rischi grazie alla diversificazione.

Gli ETF sono, in definitiva, una miscela di 2 strumenti: azioni e fondi di investimento, da cui traggono tutti i vantaggi. Le commissioni, inoltre, sono inferiori rispetto a quelle di un fondo tradizionale.

Quanti soldi servono per investire in ETF?

Gli ETF sono generalmente accessibili a partire da poche decine di euro.

Il costo di alcuni panieri legati al FTSE MIb è inferiore a 50 euro e consente di investire su tutte le società quotate alla Borsa valori di Milano.

In quali ETF investire?

Esistono diverse migliaia di ETF, il che significa che un investitore alle prime armi può sentirsi perso. Ecco, allora, alcuni consigli per la scelta dei tracker giusti:

  • inizia identificando gli indici di borsa su cui desideri investire (S&P 500, Nasdaq, Dow Jones, FTSE Mib40, etc.) e assicurati di capire cosa rappresentano
  • opta pe indici ampi, in modo da massimizzare la tua diversificazione. Un ETF Euro Stoxx 600, ad esempio, sarà più efficiente di un ETF Euro Stoxx 50
  • evita gli ETF di settore, troppo poco diversificati, a meno che tu non abbia in mente una strategia ben precisa
  • scegli gli ETF con le commissioni più basse.

Nella tabella qui sotto, è illustrato un portafoglio di ETF diversificati a livello globale, progettato per investire a lungo termine:

 

Quali sono, a questo punto,  gli ETF più utilizzati? Eccoli di seguito:

  • S&P 500: ETF per investire negli Stati Uniti.
  • ETF FTSE Mib40: utilizzati per investire in ETF in Italia, ma troppo poco diversificati
  • MSCI World ETFs: per un portafoglio diversificato a livello globale.
  • ETF sui mercati emergenti: consentono di investire in 23 Paesi.

Investire in ETF: le commissioni

Gestire un ETF non è costoso, perché una volta lanciato replicherà semplicemente la performance dell’indice sottostante. Di conseguenza, questi prodotti hanno alcune delle commissioni più basse sul mercato.

Un ETF, in particolare, genera due tipi di commissioni:

  • commissioni che remunerano la società di gestione: oscillano tra lo 0,07% e lo 0,85% annuo, dunque in media lo 0,3% annuo
  • commissioni di transazione (il famoso bid/ask): remunerano il broker e ammontano a circa lo 0,1%.

I tracker non applicano costi aggiuntivi come le spese di apertura o mantenimento, contrariamente a quanto fanno molti fondi di gestione attiva.

Investire con gli ETN

Gli ETN (Exchange Traded Notes) consistono in prodotti di debito solitamente emessi da una banca.

Sono interamente dipendenti dall’affidabilità creditizia dell’entità che li emette.

L’esposizione, che può riguardare una gamma molto ampia di attività, è detenuta sotto forma di debito verso la banca emittente.

Gli ETN non sono limitati dai requisiti di diversificazione che caratterizzano altri tipi di prodotti, perché consentono di fornire esposizioni più concentrate che non sono altrimenti consentite.

Gli ETN possono comportare un rischio aggiuntivo in quanto non sono valutati da alcuna agenzia di riconosciuta a livello nazionale. Il detentore dell’ETN è esposto, quindi, alla solvibilità della banca che emette il titolo.

Il rischio di solvibilità può essere ridotto se l’ETN è garantito con attività depositate presso una banca terza.

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Investire con gli ETC

Quando si parla di ETC, ci si riferisce a:

  • Exchange Traded Commodities (su materie prime)
  • Exchange Traded Currencys (su valute)
  • Exchange Traded Crypto-Currencies (sulle criptovalute).

Gli ETC mettono esposizione a un paniere di asset: possono essere strutturati in due modi diversi: fisicamente o sinteticamente.

Gli ETC fisici sono garantiti da quantità specifiche di una merce (o valuta o criptovaluta), solitamente metalli preziosi, e forniscono esposizione ai suoi prezzi spot.

Gli ETC sintetici non hanno asset tangibili a sostenerli, bensì collateral, in modo che il rischio di credito rimanga limitato. Gli ETC replicano i contratti futures e sono costruiti per avere un’esposizione continua ai rendimenti di tali contratti.

I Currency ETC, infine, sono strutturati per fornire agli investitori l’accesso alle valute in un paniere o con una coppia di divise. Recentemente sono comparsi anche gli ETC sulle criptovalute: il principio è lo stesso ma si applica a valute elettroniche.

Glossario

Azione

Titolo o qualsiasi altro valore mobiliare che rappresenta una partecipazione nel capitale di una società. Le azioni costituiscono una delle principali asset class, insieme alle obbligazioni e alle materie prime.

Asset allocation

Allocazione di un portafoglio tra diverse classi di attività (azionarie, obbligazionarie, valutarie, ecc.). L’obiettivo è ottenere il miglior rendimento in base al livello di rischio che l’investitore è disposto ad assumersi data la sua situazione finanziaria, il suo obiettivo di investimento e il suo orizzonte temporale.

Alfa

È una misura utilizzata per valutare la performance di un titolo, fondo o portafoglio di investimenti rispetto all’indice del mercato azionario o al benchmark che si ritiene rappresenti. Un alfa positivo indica che un fondo o un portafoglio ha sovraperformato il suo benchmark, ovvero la sua performance è superiore a quella del mercato.

Arbitraggio

Operazione che consiste nell’effettuare contemporaneamente l’acquisto di titoli su un mercato e la vendita degli stessi titoli su un mercato diverso. La differenza di prezzo tra questi mercati può portare a un profitto.

Beta

Misura utilizzata per valutare la performance di un titolo, fondo o portafoglio di investimenti. Indica se l’evoluzione del titolo, del fondo o del portafoglio è allineata a quella del mercato e in che misura.

Codice mnemonico

Chiamato anche TIDM o Ticker code, facilita l’identificazione di uno strumento finanziario in Borsa. Un ETF ha un codice TIDM univoco per ogni Borsa valori in cui è quotato.

Collateral

Attività finanziarie fornite a un ente (ad esempio il prestatore di un titolo) dalla controparte (il mutuatario) a garanzia del rimborso. Al fine di limitare il rischio di controparte: la garanzia è generalmente costituita temporaneamente, per la durata dell’operazione. Può essere elaborata da tutti i tipi di attività (azioni, obbligazioni o contanti) ed è concordata da entrambe le parti dell’operazione.

Contratti Future

Regolano la vendita di strumenti finanziari (ad esempio indici azionari) o merci fisiche (come il petrolio) con consegna a una data futura. I partecipanti ai contratti future prendono posizione su quello che ritengono sarà il valore futuro di uno strumento finanziario o di una merce. I contratti future sono utilizzati per un’ampia varietà di applicazioni come il controllo del rischio attraverso operazioni di copertura o l’esposizione a classi di attività.

Cedola

Una è il tasso di interesse pagato su un’obbligazione, espresso come percentuale del valore dell’obbligazione e pagato dalla data di emissione fino alla scadenza. Questi pagamenti vengono effettuati trimestralmente o annualmente a seconda dell’obbligazione in questione.

Prezzo Bid/sell o Bid-ask

Bid identifica il prezzo di acquisto indicato o visualizzato dal market maker in borsa e corrisponde al prezzo di vendita per l’investitore finale.

Ask indica il prezzo di vendita dato o visualizzato dal market maker in borsa e corrisponde al prezzo di acquisto per l’investitore finale.

Di solito c’è una differenza tra i prezzi di acquisto e di vendita di un asset sul portafoglio ordini della borsa. Detta quote range o spread, questa differenza varia da un ETF all’altro e tende ad aumentare quando la liquidità dei componenti dell’indice sottostante si deteriora o quando i volumi scambiati sono bassi. È un buon indicatore della liquidità dell’ETF.

Broker

Istituto finanziario (banca o società commerciale) che agisce come intermediario sul mercato secondario degli ETF. Generalmente non ha la capacità di fissare i prezzi in borsa e non detiene azioni ETF, ma facilita il flusso degli investitori mettendoli in contatto con più market maker. Il ruolo del broker è quello di mettere in contatto un venditore di ETF con un acquirente (e viceversa).

Copertura

Strategia il cui obiettivo è compensare in tutto o in parte il rischio di fluttuazioni di prezzo sfavorevoli in un investimento, assumendo una posizione di compensazione in un altro investimento. Un gestore degli investimenti può ad esempio decidere di istituire una copertura valutaria per un fondo denominato in euro al fine di ridurre l’impatto negativo delle fluttuazioni dei tassi di cambio sulla performance del fondo in questione.

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