Guida definitiva al calcolo della pensione
Come calcolare la pensione della tua categoria lavorativa?
Come funziona il calcolo della pensione?
Qualsiasi lavoratore dipendente pubblico o privato, che ha raggiunto determinati requisiti contributivi, nonché abbia raggiunto l’età idonea alla maturazione al diritto della pensione, ha interesse a conoscere la sua posizione pensionistica.
In questo articolo cercheremo di capire quali sono i criteri di calcolo della pensione per le diverse categorie lavorative.
Perché è importante sapere come si calcola la tua pensione?
Il lavoratore dipendente ha il diritto e il dovere di venire a conoscenza del calcolo della sua pensione per non trovarsi in futuro nei guai, considerando lo svantaggio che può portare il calcolo della pensione contributiva.
Per evitare questo bisogna porre molta attenzione alla simulazione pensione INPS che certamente porta a valori diversi rispetto ad un calcolo effettuato, in maniera approfondita, da parte di un Consulente Finanziario Autonomo.
Infatti con il calcolatore della pensione INPS non si possono impostare certi parametri, quali ad esempio l’inflazione o l’ipotesi di crescita.
Per avere un calcolo preciso, per scegliere se anticipare o posticipare l’uscita dal lavoro, è necessario avere dei calcolatori che permettono di impostare diverse variabili macroeconomiche procedendo con diverse ipotesi di calcolo.
Un’analisi accurata della pensione permetterà di evitare il gap previdenziale, cioè la differenza tra pensione e retribuzione.
Per la tua serenità e per arrivare senza pensieri alla pensione è utile fare un calcolo a lungo periodo e affidarsi ad un Consulente Finanziario Autonomo.
Lui ti consiglierà sul da farsi come ad esempio: avere una pensione integrativa oppure se il riscatto della laurea sia utile o meno.
Tale consulente si occuperà di fare un’analisi personalizzata per il tuo singolo caso, avendo dati certi e incontrovertibili.
Come calcolare la pensione anticipata?
La pensione anticipata prevede la possibilità di andare in pensione prima che maturi il requisito dell’età pensionabile, avendo accumulato una certa anzianità contributiva.
Vi è una differenza tra uomini e donne. Pertanto anche per l’anno 2022, prescindendo dall’età, possono accedere alla pensione anticipata:
- I lavoratori dipendenti o autonomi a qualsiasi età anagrafica ma con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva
- le lavoratrici dipendenti o autonome a qualsiasi età anagrafica ma con 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva
Particolari disposizioni e condizioni sono previste per altri lavoratori, quali gli invalidi, gli addetti a lavori gravosi, le persone in difficoltà, gli operai siderurgici, i pescatori o il personale imbarcato.
Comunque resta sempre il consiglio di lasciare il lavoro con almeno 41 anni di contributi.
Queste casistiche permettono di anticipare la classica pensione di vecchiaia che invece si ottiene contando l’età di 67 anni, insieme a 20 anni di contributi.
Come si calcola la pensione opzione donna?
L’opzione donna è una forma di pensione anticipata contributiva.
La normativa prevede che le lavoratrici del settore pubblico e privato che hanno una certa età ed almeno 35 anni di contributi possano andare in pensione anticipata.
I requisiti sono:
- età di 58 anni (59 se autonome)
- 35 anni contributivi al 31.12.2021
Per accedere a questa opzione le lavoratrici devono essere iscritte all’assicurazione generale obbligatoria o a fondi sostitutivi e non alla Gestione Separata.
Nel conteggio dei contributi sono ammessi i contributi da riscatto e quelli volontari, mentre sono esclusi i periodi di malattia e disoccupazione.
In pratica con l’opzione donna si anticipa la cessazione dal servizio di nove anni.
Il sistema da prendere in considerazione è quello contributivo e non si fa la media degli ultimi stipendi.
Il calcolo della pensione opzione donna (contributivo) è diviso in due parti:
- la quota A fino al 31 dicembre 1995
- la quota B, dal 1 gennaio 1996 in poi
Il montante totale è ottenuto sommando le due quote.
Per ottenere tale pensione è necessario avere i requisiti sopra descritti, far migrare i contributi versati dal sistema retributivo a quello contributivo.
Ne consegue una penalizzazione della pensione commisurata al numero di contributi versati fino al 1995.
Quali sono i parametri e le variabili che incidono sul calcolo della pensione?
Per andare in pensione e quanto sia il suo ammontare è subordinato a diversi fattori e parametri.
I parametri fondamentali per il calcolo pensionistico sono:
- l’età
- il periodo in cui si sono versati i contributi
L’età influenza il calcolo pensionistico in base al metodo retributivo o contributivo.
Nel calcolo pensionistico vengono poi considerati l’avanzamento di carriera, il riscatto della laurea, i periodi di disoccupazione e l’aspettativa di vita.
Tutto questo influenza in modo consistente la pensione.
Inoltre ad influenzare è anche il genere: le donne percepiscono la pensione prima degli uomini.
Un altro aspetto è l’aspettativa di vita, anche se si cerca di equiparare la pensione tra i due generi.
Anche la categoria, a cui appartiene il lavoratore, influenza sul calcolo pensionistico.
Infatti ogni categoria di lavoratori ha un trattamento pensionistico diverso che influenza il calcolo della pensione.
Ad esempio la pensione cambia se si tratta di un commerciante o di un dipendente di ente locale.
Il metodo di calcolo varia anche in base ad alcune variabili macro economiche fisse, al prodotto interno lordo e all’inflazione.
Quali sono i metodi per calcolare la pensione?
I metodi per calcolare la pensione sono:
- il metodo retributivo
- il metodo contributivo
- il metodo misto, che calcola una parte della pensione con il metodo retributivo e l’altra parte col metodo contributivo
Vediamoli uno ad uno.
Come si calcola la tua pensione col sistema retributivo?
Per chi ha versato i contributi prima del 31 Dicembre 1995, il calcolo della pensione viene effettuato calcolando il reddito medio negli ultimi anni di servizio, variabile in base alla tipologia del lavoro svolto, se pubblico o privato.
Per accedere al sistema retributivo serve aver versato di almeno 18 anni di contributi.
Per il calcolo della pensione viene utilizzato un numero, che prende il nome di aliquota di rendimento. Il reddito medio viene moltiplicato per l’anzianità contributiva e per l’aliquota di rendimento.
Le fasce di retribuzione relative alle aliquote di rendimento vengono fissate annualmente dall’INPS in due diverse quote:
- la quota A per l’anzianità contributiva precedente al 31.12.1992
- la quota B per l’anzianità contributiva successiva al 01.01.1993
Si consiglia per il calcolo della pensione una consulenza personalizzata di un Consulente Finanziario Autonomo che, con l’aiuto di software professionali, darà risultati ottimali e, a fronte del giusto costo, permetterà di non vedere ridotta la pensione per un errore di calcolo.
Il sistema retributivo è più vantaggioso del sistema contributivo, descritto in seguito nell’articolo.
Come si calcola la tua pensione col sistema contributivo?
Il sistema retributivo ha messo in crisi il sistema pensionistico italiano.
Per questo nel 1995 fu fatta la riforma Dini che sostituì il sistema del calcolo della pensione da retributivo a contributivo.
Infatti con il sistema retributivo se lo stipendio aumentava, così aumentava anche la pensione.
Vediamo come si calcola la pensione col sistema contributivo:
- Si calcola l’importo dei contributi versati anno per anno
- Si moltiplica questa cifra per il coefficiente di rivalutazione anno per anno e si ottiene il montante contributivo totale con la somma di questi numeri
- Si applica la percentuale relativa al coefficiente di trasformazione relativa all’età in cui si va in pensione e si ottiene la rata annua
Il montante contributivo è un’aliquota pari al 33% della retribuzione annua lorda, (pari al 9% per i lavoratori e al 24% per il datore di lavoro) che viene versata all’INPS.
Tale aliquota esclude l’accantonamento annuo di trattamento di fine rapporto (circa il 7%).
I coefficienti di trasformazione sono dei numeri che permettono ai contributi maturati di essere trasformati in pensione.
Come si calcola la tua pensione col sistema misto?
Per i lavoratori che hanno maturato contributi sia prima che dopo la data del 1° Gennaio 1996, verrà applicato un sistema di calcolo misto.
Per il calcolo della pensione “mista” è necessario che prima del 1995 si abbiano dei contributi e che essi non siano superiori ai 18 anni.
In particolare:
- Per coloro che alla data del 31 Dicembre 1995 hanno maturato meno di 18 anni di contributi, si applica il calcolo pensione con il metodo retributivo per la quota precedente a questa data, e quello contributivo per i successivi
- Per coloro che alla data del 31 Dicembre 1995 hanno maturato almeno 18 anni di contributi, il sistema retributivo si applica per la quota antecedente al 1° Gennaio 2012, e il contributivo per quella successiva
Il calcolo della pensione mista è difficile poiché molto spesso non si riesce a calcolare le diverse quote.
Prima della riforma Fornero il sistema misto prevedeva di conteggiare una quota A, una quota B e una quota C:
- Per la quota A si applicano le regole del retributivo il che rende la pensione con il sistema misto più alta rispetto alla pensione contributiva
- Per la quota B si somma la retribuzione settimanale, per 260 settimane, e poi si aggiungono quelle desunte dal lavoro dal 1993 fino alla pensione, moltiplicando per il numero di settimane accumulato tra il 1993 e il 1995
- Mentre la quota C prevede il calcolo solo contributivo per tutti i contributi presenti dal 1996 fino alla pensione
Le opportunità del sistema misto
Con la riforma Fornero le quote non esistono più e il sistema misto sembra essersi semplificato.
Oggi si può andare in pensione di vecchiaia all’età di 66 anni e 7 mesi e 20 anni di contribuzione, ma l’importo cala rispetto ad un calcolo col sistema contributivo.
Inoltre col sistema misto si ha la possibilità di ricorrere ad altre opzioni, come il calcolo della pensione contributiva con quota 102 o, se siete una donna, l’opzione donna.
Si può andare in pensione anticipata col sistema contributivo misto con 42 anni e 10 mesi di contributi, non importa l’età, e 41 anni e 10 mesi se donna.
Il consiglio per il calcolo della pensione è sempre quello di rivolgersi ad un Consulente Finanziario Autonomo che effettuerà una consulenza personalizzata.
Calcolo della pensione: casse professionali
Le casse privatizzate hanno un’autonomia gestionale e organizzativa ed applicano specifiche regole riguardo il calcolo delle pensioni.
La legge Fornero ha imposto di rivedere il sistema di calcolo delle pensioni e l’età di accesso.
È bene quindi informarsi presso la vostra cassa e inoltre richiedere una simulazione della vostra pensione ad un Consulente Finanziario Autonomo, che vi saprà aiutare e darvi tutte le risposte alle vostre domande o dubbi.
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Come si calcola la pensione del comparto sicurezza?
Al comparto sicurezza appartengono i Carabinieri, le Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica), la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e Penitenziaria e i Vigili del Fuoco.
Da tempo le pensioni del comparto sicurezza sono gestite dall’INPS.
I requisiti per andare in pensione anticipata per le Forze Armate sono:
- 41 anni di contributi indipendentemente dall’età
- 58 anni di età e 35 anni di contributi
Se il diritto è stato maturato entro il 21 Dicembre 2011 allora bastano 54 anni e la massima anzianità contributiva.
Ecco la mappa tracciata dall’INPS:
A causa della finestra mobile di 12 mesi il personale della Polizia di Stato per la pensione ha tempi più lunghi rispetto alla Guardia di Finanza e ai Carabinieri.
Come per le altre professioni anche gli appartenenti al comparto sicurezza possono andare in anticipo in pensione. Per la Polizia di Stato e per la Polizia Penitenziaria bisogna avere almeno 20 anni di contributi.
Comparto sicurezza: l’età di pensionamento e l’incarico
Il calcolo della pensione delle forze di polizia dipende dall’età e dall’incarico ricoperto.
Possono andare in pensione a:
- 61 anni agenti, ispettori, sovraintendenti, primo dirigente, vicequestore aggiunto e commissario
- 64 anni dirigenti superiori
- 66 anni dirigenti generali
Con il decreto pensioni forze di polizia sono cambiati i requisiti e si può accedere alla pensione con:
- 60 anni e 35 anni di contributi per i poliziotti
- 63 anni per i dirigenti superiori o assimilabili
- 65 anni per i dirigenti generali
Inoltre è stato previsto l’adeguamento all’aspettativa di vita e le maggiorazioni che danno diritto alla pensione anticipata per la Polizia di Stato, in base alla tipologia dell’attività svolta (navigazione, volo, confine, servizio di istituto, ecc…).
Fino ad oggi, sebbene se ne parli, non esiste un fondo di categoria per il comparto sicurezza.
Calcolo della pensione: personale scolastico
Il calcolo della pensione per gli insegnanti non è facile perché dipende anche da altre variabili.
Gli insegnanti hanno stipendi bassi e mancati rinnovi del contratto.
Pertanto ogni anno vengono presentate domande per la cessazione volontaria dal servizio.
I requisiti per andare in pensione sono: 67 anni e 20 anni di contributi.
La pensione anticipata insegnanti prevede 42 anni e 10 mesi di contributi per i professori e 41 anni e 10 mesi per la pensione donne pubblico impiego.
Anche per loro, come per gli altri dipendenti pubblici, è prevista la quota 102 e l’opzione donna.
Tra i requisiti contributivi c’è la possibilità di sommare contribuzioni presenti in altre casse, anche non professionali.
Pertanto è necessario per non vedere ridotto l’assegno di pensione avvalersi di un simulatore di pensione o rivolgersi ad un Consulente Finanziario Autonomo.
Agevolazioni per il personale scolastico
Per gli insegnanti che hanno rinunciato a svolgere il servizio, ma hanno raggiunto i requisiti a dicembre 2011 possono richiedere la pensione se hanno i seguenti requisiti:
- 40 anni di contribuzione e 65 anni di età
- 35 anni di contribuzione e 60 anni di età
- 20 anni di contribuzione e 61 anni di età per le sole donne
Se la rinuncia è stata fatta dal 2012 in poi si può andare in pensione con i requisiti della recente riforma.
Gli insegnanti dell’infanzia e degli asili nido possono andare in pensione con qualche mese di anticipo all’età di 66 anni e 7 mesi, con 30 anni di contributi.
Per il personale ATA viene applicata la riforma Fornero che prevede la pensione con i requisiti uguali per tutti.
Il calcolo della pensione degli insegnanti ricade nella gestione generale dell’INPS, in quanto nel 2011 l’INPDAP è stato soppresso.
Anche per il personale della scuola si rientra nei seguenti regimi secondo le seguenti regole:
- Se si ha meno di 18 anni di contributi a fine 1995 si rientra nel regime misto
- Se si hanno contributi prima del 1995 si ha la pensione retributiva
- Se si è iniziato a lavorare dopo il 1996 si rientra nel sistema contributivo
Per non rimanere senza pensione e senza stipendio è possibile procedere con un software di calcolo pensione per valutare la vostra situazione o rivolgersi ad un Consulente Finanziario Autonomo.
Calcolo della pensione: commercianti
La pensione dei commercianti dipende dai contributi versati e dal reddito annuale.
I requisiti sono l’età fissa di 67 anni e nel caso del sistema contributivo bisogna avere un’anzianità contributiva di 20 anni.
Inoltre l’assegno mensile di pensione non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’ammontare annuo sociale INPS (690,42 euro).
Invece per la pensione anticipata il limite è fissato a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
La pensione commerciante può essere richiesta a 64 anni con 20 anni di contribuzione se si ha alle spalle una contribuzione tutta contributiva. Il minimo è per il 2022 pari a 2,8 volte l’assegno sociale (1288 euro).
Le commercianti donne possono anticipare la pensione con l’opzione donna.
Il calcolo della pensione commerciante è basato su una aliquota scontata minima pari al 33%, calcolata su due diverse quote, una minima e una libera.
Il reddito minimale
I contributi da versare sono calcolati su un reddito minimale, che viene fissato di anno in anno. Se si supera tale soglia bisogna versare un contributo a conguaglio che segue poi il contributo a saldo con la dichiarazione IRPEF.
La pensione minima dei commercianti dipende dai contributi versati, in base al reddito imponibile, e varia non solo nell’importo ma anche nella data in cui si matura il diritto. Quindi è bene sempre fare un check up pensionistico per fare le diverse stime.
È prevista una riduzione del 35% dei contributi da versare se si ha una ditta individuale in regime forfettario.
Inoltre a riguardo delle pensioni commercianti sono da segnalare alcuni elementi controversi:
- i contributi volontari versati sono un vantaggio ma suscita qualche perplessità il contributo minimale da rispettare in periodi di crisi come quelli attuali
- Non sempre è facile capire come azzerare il gap presente
- Non è sempre vantaggioso versare su un fondo pensione
- Quanto sia lesivo il passaggio dal retributivo al contributivo
Infatti come comunicato dall’INPS il 91% delle pensioni commercianti subiscono una riduzione che può arrivare al 50%.
Scopri come gestire al meglio i tuoi contributi e la possibilità di anticipare la tua pensione ottenendo più soldi.
Calcolo della pensione: casalinghe
Il lavoro delle casalinghe è un lavoro a tempo pieno e anche per loro esiste la possibilità di andare in pensione.
Anche se non versi contributi puoi avere la pensione da casalinga chiedendola all’INPS.
Si può avere anche una pensione calcolata, come per tutti se hai versato i contributi al fondo pensione casalinghe.
Possono chiedere la pensione casalinghe sia uomini che donne avendo i seguenti requisiti:
- Avere tra i 16 e i 65 anni
- Non avere vincoli di subordinazione e svolgere un’attività di cura della famiglia
- Non essere titolari di una pensione diretta e non avere rapporti di lavoro dipendente
- Avere almeno 5 anni di versamento di contributi
Per avere la pensione da casalinghe bisogna versare almeno 25,82 euro per ogni mese di lavoro (pari a 310 euro per un intero anno).
Attenzione: non si possono versare contributi arretrati.
Per calcolare la pensione casalinghe bisogna fare i seguenti calcoli:
- Rivalutare i contributi in base alla media mobile quinquennale della crescita del PIL nominale
- Sommare i contributi rivalutati ottenendo il montante contributivo che viene moltiplicato per il coefficiente di trasformazione che dipende dall’età
- Si ottiene così la pensione erogata dall’INPS
Compiuti i 65 anni si può ricevere la pensione casalinghe non rispettando nessuna soglia minima di reddito.
E’ inoltre importante ricordare:
- La pensione casalinghe può essere richiesta anche se si è inabili e si può unire all’assegno sociale
- I contributi versati sono deducibili dal reddito imponibile
- Non è possibile il cumulo o la ricongiunzione con altri periodi contributivi
- I contributi del fondo casalinghe non possono essere uniti ai contributi come dipendente
Calcolo della pensione: medici ospedalieri
Bisogna fare una distinzione tra pensionamento medici dell’INPS a 67 anni e pensionamento medici dell’ENPAM a 68 anni, che sembra essere la più vantaggiosa.
La differenza delle due pensioni è dovuta alla legge 335/1995 che ha cambiato le modalità di calcolo per la pensione INPS.
Per l’ENPAM la riforma è arrivata nel 2013 dopo la legge Fornero.
La pensione si articola, come le pensioni retributive, in una quota A che è la pensione base, e una quota integrativa calcolata in base alla propria specializzazione.
La pensione anticipata dei medici ospedalieri si ottiene con un’età minima di 62 anni e almeno 35 anni di contributi e un’anzianità di laurea non sotto i 30 anni.
I dirigenti medici, alla pari di avvocati e notai, possono andare in pensione a 65 anni o rimanere in servizio fino a 70 anni per raggiungere i 40 anni di servizio.
Per saperne di più si consiglia di procedere ad una consulenza personalizzata contattando un Consulente Finanziario Autonomo.
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