I fondi Amundi e il loro andamento
Cosa sono i fondi Amundi?
Amundi è una società di asset management controllata da Crédit Agricole che il 1 ° gennaio 2010 insieme a Sociètè Générale per fusione dei loro asset management, dopo aver avuto il via libera dalla Commissione europea, danno vita alla società n° 8 al mondo per asset management e la prima in Europa come fornitore di soluzioni di risparmio e investimento per le reti bancarie al dettaglio.
Con l’acquisto, finalizzato ad inizio del 2022, di Lyxor Asset Management danno vita al secondo più grande provider di ETF in Europa.
Siamo partiti presentando il gestore oggetto di questo articolo.
Nel corso della lettura andremo a vedere più da vicino ciò che spesso e volentieri troviamo all’interno del portafoglio di una persona che si interfaccia con il mondo Amundi.
Conviene investire in fondi Amundi?
Cosa fare con i fondi Amundi?
Scopriamolo…
L’andamento dei fondi Amundi
Amundi, come dicevano, è una società di asset management controllata da Crédit Agricole.
Le soluzioni di investimento Amundi sono sottoscrivibili presso le filiali del Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia e Unicredit, nonché presso i più importanti intermediari, tra i quali le principali reti di promozione finanziaria e private banking operanti in Italia.
Questa veste di promotore crea quella condizione che prende il nome di conflitto d’interesse, nel caso in cui avete fondi che hanno come gestore Amundi, molto probabilmente sarete clienti di una di queste due banche.
Il titolo, quotato nella borsa di Parigi, sta scambiando ad un valore di 47€. Il movimento del prezzo, dal momento del suo lancio, è stato pressoché nullo.
Come si stanno comportando i principali fondi Amundi da inizio anno e qual è il loro andamento?
Vediamo insieme qualche esempio:
- Amundi Europa (-12%)
- Amundi America (-7%)
- Amundi Pacifico (-13%)
- Amundi Italia (-14%)
- Amundi Selezioni Benessere (-9%)
- Amundi Primo Investimento (-8%)
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Alcune riflessioni sull’andamento dei fondi Amundi e sui fondi comuni d’investimento
Più dell’80% della gestione attiva viene sovraperformato dal suo mercato di riferimento nel lungo periodo. Questa percentuale può variare a seconda di dove investe lo strumento.
Il costo che viene applicato per la gestione di questi prodotti è circa del 2,5%.
A confronto ci sono prodotti che avendo la stessa esposizione al mercato verrebbero a costare circa 10 volte in meno.
Dopo aver visto a livello statistico quali sono le probabilità che un fondo comune, quindi anche un fondo Amundi, possa battere l’indice di riferimento, andiamo ora a capire la qualità dei fondi, a livello commissionale, in tutto il mondo.
Lascio a voi le conclusioni..
Facendo un passo indietro, spieghiamo che cosa sono i fondi comuni d’investimento.
Immaginiamo di avere di fronte a noi un contenitore (indice di mercato), dove al suo interno sono presenti un numero finito di azioni (per esempio 100).
Il gestore che crea un fondo comune d’investimento andrà a scegliere quelle che secondo lui, tra le 100 azioni, potranno sovraperformare quell’indice di riferimento (contenitore).
Come abbiamo visto all’inizio di questo paragrafo, solamente sapendo di avere la probabilità e la statistica contro, per quale motivo io dovrei investire in prodotti simili? Per quale motivo dovrei consigliare strumenti simili?
Di motivi non ce ne sono perché essendo indipendente il mio unico obiettivo è quello di essere libero da ogni conflitto d’interesse.
Cosa sono le minusvalenze?
Le Minusvalenze sono le perdite che realizziamo a seguito della compravendita di strumenti finanziari. Rappresentano un credito fiscale che puoi recuperare attraverso la compensazione con successive plusvalenze. La gestione della fiscalità porta notevole valore aggiunto e rende ancora più efficiente il controllo sul tuo portafoglio. È un aspetto della pianificazione finanziaria a cui noi consulenti finanziari indipendenti diamo notevole importanza
E molto spesso, chi li ha in portafoglio deve fare i conti con i fondi Amundi minusvalenze: basti ricordare l’andamento pessimo di tali fondi.
Minusvalenze in scadenza: come funzionano
Solitamente quando si decide di aprire un conto titoli, la banca applica il regime amministrato. Ossia quest’ultima si occupa della parte fiscale e dunque, sarà la banca a fare da sostituto d’imposta e tu non dovrai inserire nulla nella dichiarazione dei redditi.
Nel momento in cui si andrà a vendere uno strumento, si potranno verificare due casi:
- vendi ad un prezzo maggiore rispetto all’acquisto e realizzi una plusvalenza (capital gain);
- vendi ad un prezzo inferiore di quando hai comprato e avrai una minusvalenza.
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Come recuperare le minusvalenze da fondi Amundi
Andiamo a capire se possiamo utilizzare tutti gli strumenti per sfruttare questo credito d’imposta.
Purtroppo no.
La fiscalità italiana fa una distinzione tra prodotti finanziari che creano “redditi di capitale” e strumenti che creano “redditi diversi“.
Questa differenza non è solo nozionistica, bensì anche fiscale, dal momento che le minusvalenze possono essere prodotte da tutti gli strumenti finanziari. Viceversa, possono essere recuperate solamente con strumenti che producono “redditi diversi”.
Generano “redditi di capitale” e quindi non possono compensare minusvalenze:
- Cedole obbligazionarie;
- Dividendi da Azioni;
- ETF;
- Fondi comuni d’investimento;
Generano, invece, “redditi diversi” e, dunque, consentono di recuperare minusvalenze:
- Azioni;
- Certificati;
- Derivati;
- ETC;
- Obbligazioni;
Passiamo ad esempio pratico per farti meglio comprendere il tutto.
Ho comprato 100 azioni del titolo Beta a 10 euro, investendo complessivamente 1.000 Euro. Ho rivenduto il titolo a 9 euro (controvalore 900 Euro), subendo una perdita (minusvalenza) di 100 euro. Pochi giorni fa ho venduto:
- ETF “Wisdomtree….” con guadagno di 1.300 Euro;
- Azione “Beta” con un guadagno di 800 Euro
Dal punto fiscale che cosa è accaduto?
La plusvalenza derivante dal ETF costituisce un reddito di capitale. Pertanto quello che pagherai sarà sempre e comunque il 26% su 4.500 Euro di capital gain, pari ad una tassazione di 338 Euro. Viceversa il capital gain prodotto dal titolo Beta costituisce un reddito diverso.
Quindi andrai a compensare la minusvalenza pregressa e pagherai le tasse solo su 700 Euro (800 – 100).
Se comunque sei interessato al mondo dei fondi di investimento, oppure stai pensando di puntare sugli ETF, questo è l’articolo di approfondimento che fa per te: differenza tra ETF e fondi comuni di investimento.
Quindi vale la pena inserire questi strumenti in portafoglio?
Nel corso di questo articolo abbiamo voluto dare una panoramica generale sul mondo dei fondi ed in particolare del caso Amundi. Avete avuto modo di leggere le origini, le performance rispetto al mercato ed anche la gestione delle minusvalenze.
È facile intuire come esistano sicuramente strumenti più efficienti da inserire nel proprio portafoglio.
Naturalmente, la selezione specifica dipenderà dagli obiettivi finanziari e dalle tempistiche di ogni singolo investitore.
Se hai già investito in fondi Amundi o prodotti simili, ti consigliamo di richiedere un’analisi gratuita di portafoglio per capire se stai subendo delle minusvalenze e se è ancora possibile gestirle al meglio.
Per il futuro, ti suggeriamo di considerare tutti gli elementi condivisi oggi per una scelta finanziaria sempre più consapevole!
Glossario:
- ETF: Etf è l’acronimo di Exchange traded funds. Si tratta di fondi comuni quotati in Borsa e negoziati sul segmento di Borsa italiana Etf Plus. Possono essere comprati e venduti sul mercato come avviene per le azioni.
- Cedola: con questo termine si intende dividendo o interesse periodico maturato da un’obbligazione.
- ETC: Gli Exchange Traded Commodities (ETC) sono strumenti finanziari emessi a fronte dell’investimento diretto dell’emittente o in materie prime fisiche (in questo caso sono definiti ETC physically-backed) o in contratti derivati su materie prime.
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