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Indici di mercato: ecco perché sono importanti

Quando parliamo di indici di mercato, spesso ci chiediamo come i grandi istituzionali possano avere la formula per individuarne i movimenti.

Sembra quasi che li conoscano in anticipo.

In realtà nemmeno loro sanno dove andrà il mercato.

Infatti le due grandi certezze, uniche nel genere, sono che nessuno conosce il mercato e che nessuno possiede la palla di cristallo per prevederlo.

Uno dei modi per comprendere il mercato, invece, è apprendere dal passato e capire come si sono comportati determinati indici.

Andiamo a vederlo nello specifico.

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Indici di mercato: come si muove la finanza mondiale

È importante ricordare che ciò che è accaduto nel passato non è garanzia del futuro, però ci può aiutare ad avere la probabilità dalla nostra parte.

Gli indici dei mercati mondiali possono essere divisi in:

  1. Leading Indicator;
  2. Lagging Indicator.

Mentre i primi indici possono fungere da anticipatori verso quale direzione potrà prendere il mercato, i secondi, come dice la parola “lag”, in italiano “in ritardo” sono indicatori che confermano la situazione.

Ma quali sono gli indicatori finanziari che più ci interessano?

Tra gli indicatori che più di tutti determinano il regime economico in cui il mercato si trova o verso il quale sta virando abbiamo:

  • PIL, Prodotto Interno Lordo;
  • CPI, Consumer Price Index (all’italiana: Inflazione).

Questi, più che indici sono dati, che vengono rilasciati mensilmente, trimestralmente e annualmente e che si rivelano utili a noi investitori per monitorare la situazione del mercato.

La lettura di questi dati presi singolarmente può risultare poco significativa se si “spera” di comprendere la situazione economica.

Invece se si leggono insieme può venire fuori un risultato tutt’altro che inutile.

Infatti, sapere di trovarsi in una situazione in cui l’inflazione scende e il PIL accelera ci aiuta a capire che il mercato è in buona salute, in quanto c’è maggiore domanda e una propensione alla crescita economica.

Allo stesso modo con un’inflazione stabile o in decelerazione spinge i consumatori a risparmiare meno e far circolare la moneta più velocemente.

D’altra parte, se il potere d’acquisto viene meno (a causa dell’ aumento dei prezzi) il mercato si fa più fragile e le persone tendono a essere più caute nelle spese.

Quello che è necessario fare è comprendere la situazione attuale, analizzare il passato e grazie ad alcuni indicatori di mercato aiutarci a prendere scelte sempre più consapevoli.

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Indicatori e indici dei mercati azionari e obbligazionari

Come sappiamo, esistono diversi mercati divisi per asset class.

I più importanti sono:

  1. il mercato azionario;
  2. quello obbligazionario;
  3. e quello delle materie prime.

Tutti questi mercati tendono a muoversi anch’essi secondo il regime economico.

Ad esempio quello obbligazionario è il mercato più vicino e sensibile all’economia e dunque alle scelte delle politiche monetarie.

Per questo motivo si muove con leggero anticipo rispetto agli altri due.

Possiamo dire, per riprendere un concetto accennato nel primo capitolo, che il mercato obbligazionario è una sorta di “leading” indicator.

A ruota segue quello azionario e per ultimo quello delle materie prime a cui spetta il compito di chiudere la cerchia.

Gli indicatori che vengono utilizzati per capire la salute di un mercato azionario rispetto ad un altro possono svariati, ma in questo articolo ci concentreremo sul Vix e sulla forza relativa.

L’indice della paura: il Vix

Il Vix, l’indice della volatilità o della paura, è un indice che misura la volatilità sui mercati (ovvero la velocità con cui i cambiano i prezzi).

Questo strumento è utilissimo perché consente di condensare in un unico grafico le aspettative che gli investitori hanno sul mercato azionario nei prossimi 30 giorni.

Inoltre la volatilità viene utilizzata per capire il sentiment di mercato.

In base al valore che ottiene, il Vix ci dice qual è l’aspettativa del mercato:

  • sotto i 20 indica un mercato che si sta muovendo verso una posizione rialzista, con volatilità moderata o nulla;
  • tra i 20 e i 30 significa che c’è una situazione di limbo senza una direzione definita, ma con alta volatilità;
  • quando invece supera la quota 30, è meglio attendere e capire bene cosa sta accadendo perché il mercato è contraddistinto dal panico generalizzato.

A seconda del tipo di operatività che si ha, va detto che il Vix può essere visto come un ronzio, un rumore di fondo per coloro che hanno un orizzonte temporale mediamente lungo.

Potrebbe essere visto come un buon momento per fare acquisti a prezzi scontati.

Mentre nel caso in cui l’attività è più rivolta al breve termine, questo potrebbe aumentare il rischio (così come il rendimento).

Nel secondo caso bisogna sicuramente fare molta attenzione, perché è molto facile scottarsi.

La Forza Relativa

Il secondo indicatore da prendere in considerazione è la Forza Relativa.

Questo indicatore ci può aiutare a capire su quale tipo di “settore” conviene investire in rapporto all’indice di riferimento o ad altri indici.

Ad esempio, quel che si può fare è:

  1. confrontare l’indice italiano con quello europeo;
  2. mettere a confronto l’indice asiatico con quello mondiale;
  3. o addirittura confrontare un indice settoriale (ad esempio il settore finanziario), con l’indice di riferimento (quello americano).

Tutti questi confronti vanno interpretati come un rapporto.

Nel primo caso, se l’indice italiano sta sovraperformando quello europeo, significa che ci potrebbero essere maggiori opportunità nel mercato nostrano rispetto a diversificare in tutta Europa.

Nel secondo caso, supponendo che il mercato cinese stia passando un momento di difficoltà, avrebbe poco senso allocarne una quota maggiore del nostro portafoglio.

Lo stesso vale, ovviamente per il terzo caso.

Insomma, in ottica di diversificazione, a seconda del regime economico e della forza che un indice mostra, possiamo capire se vale o meno la pena esporsi su un determinato indice piuttosto che un altro.

L’importante è diversificare, appunto: solo così possiamo accertarci di non incorrere in crolli bruschi e fare del male alle nostre tasche!

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Indici di mercato finanziari: scopriamo la differenza

Concludiamo questo articolo con una parentesi lasciata aperta nel primo.

Ovvero parlando di indici di mercato “lagging” e di indici di mercato “leading”.

La differenza é già stata detta, nel caso ti fosse sfuggita ti consiglio di tornare a rileggere qualche riga più sopra.

Ora faremo un breve elenco di un paio di indicatori per categoria e poi ne commenteremo insieme il significato.

Come Leading Indicator abbiamo:

  1. – CCI (Consumer Confidence Index)
  2. – BCI (Business Confidence Index),.

Invece come Lagging Indicator abbiamo:

  1. – GDP (Gross Domestic Product)
  2. – CPI (Consumer Price Index)
  3. – Prezzo delle materie prime

Nel reparto dei “Leading” Indicator troviamo due sondaggi fatti con cadenza mensile che tengono traccia della fiducia dei consumatori e delle aziende.

Questi sondaggi cercano di captare le aspettative che questi soggetti hanno nei confronti del mercato.

Dall’altro lato, troviamo i due indicatori finanziari che utilizziamo per capire in quale regime economico ci troviamo.

Questi infatti rispondo direttamente ad un insieme di indici/dati che mensile monitorano il polso della situazione economica.

Infine, il prezzo delle materie prime che funge da chiudi pista: si tratta di livelli che rispecchiano una condizione economica passata, ma che può rivelarsi utile per monitorare e approcciarsi al mercato.

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Indici mercati: una guida all’investimento

Conoscere tutto ciò che può permetterci di comprendere il mercato è sicuramente un’arma niente male.

Infatti, grazie a questo possiamo proteggere il nostro presente e il nostro futuro finanziario da eventuali crolli.

Abbiamo visto quindi quali sono gli indicatori di mercato che ci descrivono la situazione attuale e passata.

Ma ci sono anche degli indicatori che muovono i mercati e che potrebbero aiutarci a capire prima degli altri come investire.

Se vuoi scoprire di più, non perderti i nostri prossimi articoli poiché parleremo più a fondo di tutto questo.

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