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quanto vale il mercato del vino in Italia

Investire In Vino: Conviene?

Quando il vino è spillato, deve essere bevuto. Ma il nettare degli dei può essere anche un investimento a lungo termine in questo periodo di volatilità dei mercati finanziari.

Investimenti in vino: il mercato

Chi, al termine di una degustazione o di una cena, non si è chiesto un giorno: qual è il vino più caro del mondo? Un grand cru? Uno champagne d’annata? Un vino dolce eccezionale? Nessuno di questi.

Il nettare più costoso del pianeta è il Romanée-Conti grand cru (rosso) dell’omonima tenuta in Borgogna, ben noto agli addetti ai lavori con l’acronimo DRC. Nello specifico, si tratta dell’annata 1945, venduta a 482.000 euro il 14 ottobre 2018 da Sotheby’s.

Questa bottiglia dall’etichetta macchiata e dal prezzo esorbitante è una delle 600 prodotte nella stessa annata, che ha segnato la fine della seconda guerra mondiale, poco prima che la tenuta sradicasse le sue viti per ripiantarle successivamente.

L’ultimo record per una bottiglia di vino di capacità standard (ricordiamo, 75 centilitri) è stato di 201.000 euro per uno Château Lafite Rothschild del 1869 venduto a un’asta a Hong Kong nel 2010.

Lo stesso anno, un imperiale (6 litri ) di Cheval Blanc 1947 è stato acquistato per 304.000 euro in aste organizzate a Ginevra.

Se sul pianeta molti Paesi producono vino, le bevande eccezionali provengono solo da un numero limitato di territori. La Francia la fa da padrona, piazzando 8 bottiglie nella top 10 della prestigiosa classifica Wine-Searcher realizzata nel 2018 e 37 in una top 50 dove 32 bottiglie provengono dai vigneti della Borgogna.

L’Italia è, invece, solo sesta, con il Sassicaia della Tenuta San Guido.

Di seguito la classifica dei vini più pregiati del mondo:

Tra le altre nazioni che si distinguono in questa classifica ci sono gli Stati Uniti, con il suo stupefacente Screaming Eagle, un Cabernet Sauvignon coltivato in California (18esima posizione in classifica), ma anche, cosa più sorprendente per chi non lo sapesse, la Germania, rinomata per il suo sublime Riesling, che riesce a piazzare 4 bottiglie in graduatoria.

Perché questi vini costano così tanto?

la risposta non sorprende. Nel corso degli anni, infatti, i vini sono diventati sempre più scarsi. I Grands Crus sono migliorati gradualmente, fino a raggiungere il loro apice. Le scorte, intanto, diminuiscono. L’offerta non riesce più a sostenere la domanda e i prezzi salgono.

Secondo gli specialisti, oggi, ci sono una ventina di prodotti eccezionali che giustificano un prezzo per bottiglia di oltre 5.000 euro. Sono particolarmente costosi perché prodotti in quantità limitate, a misura di vigneto, e quindi ricercati da tutti i ricchi intenditori.

Investire in vini da collezione: si possono davvero fare soldi?

Prezzo di acquisto, origine del vino, qualità di conservazione e assottigliamento delle scorte: questi sono i fattori chiave che caratterizzano l’aumento di valore di un vino, secondo gli specialisti del settore.

Il valore economico di una bottiglia, infatti, si misura solo sulla sua liquidità.

All’importo investito nel vino si aggiungono i costi di stoccaggio, assicurazione e rivendita: gli indici dei prezzi sono aumentati in media dal 4 all’8% all’anno negli ultimi vent’anni.

Certo, i prezzi del vino oscillano verso l’alto o verso il basso, ma la volatilità di questo mercato è molto inferiore rispetto a quella delle piazze finanziarie.

Oggi, investire in vini pregiati ha una resa media per annata che si aggira intorno al 13% per 4,2 anni di detenzione.

Ovviamente, le performance passate non possono prevedere quelle future.

Investire nel vino, dunque, comporta anche rischi di perdita di capitale.

Inoltre, è probabile che lo scopo iniziale cambi. Alcuni investitori, per esempio, pensavano di bere i loro vini e hanno finito per rivenderli perché i loro gusti erano cambiati.

Altri, al contrario, hanno acquistato per rivendere, ma alla fine hanno deciso di bere i vini messi in cantina.

In ogni caso, e nonostante la crisi economica causata dal Covid-19, la situazione attuale, con tassi negativi e alta volatilità dei mercati finanziari combinata con una mancanza di prospettiva, sta incoraggiando sempre più individui a cercare il bene rifugio vino, a causa della sua decorrelazione di mercato.

Il vino, infatti, è considerato un investimento alternativo di pregio, proprio come le opere d’arte, le auto d’epoca, la gioielleria e gli orologi. Investire in bottiglie di vino, dunque, è una scommessa a lungo termine che consente di diversificare i propri asset divertendosi.

Investire in vini: cosa vuol dire?

Il vino è parte integrante del nostro patrimonio culturale, le bottiglie eccezionali sono simbolo di lusso. È un piacere o addirittura una passione per molti, ma si tratta anche di un buon asset? E come investire nel vino?

Consumare, insomma, senza moderazione?

Assolutamente no.

Il vino è un investimento che qualifichiamo come atipico, in quanto tale non dovresti investire più del 10% del tuo patrimonio .

Esattamente come altri investimenti esotici (oro, criptovalute, orologi, auto d’epoca, etc.), richiede moderazione e ricerche approfondite su mercati molto specifici.

Da un lato, bisogna essere abbastanza appassionati e ben informati per investire bene nel vino (o delegare ai professionisti), dall’altro è tassativo applicare buone pratiche di investimento.

Esistono ben 6 diverse soluzioni: non è necessario essere un enologo, ma bisogna conoscere il ventaglio di possibilità, le buone pratiche e le insidie ​​da evitare. Come ogni investimento, il valore aggiunto non è garantito, ma la prudenza limita i rischi.

Non ti senti abbastanza edotto? Chiedi aiuto a un consulente finanziario personale, scegliendo tra quelli proposti da Ioinvesto.net.

Investire in vino: perché farlo?

Investire in vino vuol dire scommettere su bottiglie di eccezionale qualità, che pesa meno dell’1% sulla produzione mondiale.

Si tratta di vini prodotti con le migliori uve dei migliori terroir e vigneti (suolo e clima adatti), dai migliori viticoltori e con il confezionamento più accurato.

Investire in vino francese

La denominazione Grand Cru nasce nel 1855 per l’Esposizione Universale di Parigi, sotto la guida di Napoleone III.

Per i vini di Bordeaux, sono una sessantina i Châteaux che hanno la denominazione di Grand Cru (con una specifica classificazione da primo cru a quinto cru), mentre la Borgogna conta una trentina di Grands Crus.

Le più grandi annate hanno una reputazione internazionale: Angélus (Saint-Emilion), Petrus, Romanée Conti, Mouton Rothschild, Haut-Brion, etc.

I millesimati sono ottenuti da uve raccolte nello stesso anno, con annate più o meno ricercate.

Perché per il grand cru, l’annata ha un impatto significativo sul gusto (a seconda della temperatura e del soleggiamento durante l’anno).

Investire nel vino è un’operazione che può essere esaltante, perché può sembrare di acquisire un piccolo tesoro ad ogni transazione.

In alcuni casi, si acquista un autentico pezzo di storia con vecchie annate che potrebbero aver superato la prova del tempo e con una forte reputazione (immagina di acquistare una bottiglia del secolo precedente).

Quello del vino, inoltre, è un settore che spesso fa rima con passione: offre beni tangibili e anche relativa sicurezza.

Investire in vino italiano

Se l’Italia è un paese che ha molte ricchezze culinarie, bisogna riconoscere anche che ci sono anche ottimi vini.

Dal Trebbiano d’Abruzzo 2007 al Barolo Riserva Monfortino 2004, passando per Bolgheri Sassicaia 2009, esiste una vera e propria top 10 per chi, italiano o straniero, decida di investire in vino d’annata.

I vini francese, è vero, detengono il primato e sono particolarmente apprezzati in tutto il mondo, ma anche quelli italiani si difendono bene. L’Italia, infatti, non è solo il paese della pizza, della pasta o della mozzarella.

Ha molte tenute e vini di fama mondiale, che rendono allettante la prospettiva di investire sul vino in cantina.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: come investire nel vino in italia?

Basta dare un’occhiata alla classifica.

In prima posizione, csi piazza il Bolghieri Sassiccaia del 2012, il vino rosso prodotto dalla Tenuta San Guido.

Rivela uno squisito fruttato e una lunghezza eccezionale. Puro e carnoso, si distingue per tannini vellutati e sapide note tostate di bergamotto, mirtilli, macchia mediterranea, confettura di amarene e grafite.

Pur conservando un grande potenziale di invecchiamento, ha il vantaggio di poter essere degustato senza attese eccessive, cosa particolarmente rara per un vino italiano e che contribuisce a renderlo un vino eccezionale.

Ecco di seguito la classifica degli altri vini tricolore:

Fonte: https://giornalevinocibo.files.wordpress.com/2017/03/classifica-vini-gentleman-2017-giornalevinocibo.jpg

Credi che investire in vino sia troppo difficile?

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Quanto rende investire in vino?

Investire in vino, dunque, quali rendimenti promette?

In linea di massima, i grandissimi vini si rivelano e migliorano nel tempo.

Ci vogliono decenni per apprezzare tutte le loro complessità e man mano che vengono alla luce diventano più rari. Tanto più che con ogni bottiglia bevuta per una data annata, lo stock si assottiglia.

Le quotazioni delle bottiglie evolvono gradualmente, tanto più se alcuni critici si saranno mostrati particolarmente entusiasti.

Quindi, un vino che raggiunge un punteggio Parker di oltre 97/100 vale oro e raggiungere 100/100 equivale a essere qualcosa simile al Santo Graal.

Michel-Jack Chasseuil, per esempio, è un appassionato noto per aver fatto fortuna collezionando migliaia di bottiglie di grandi vini. Partito da zero e di origini modeste, la sua cantina è oggi stimata 50 milioni di euro.

La redditività può, quindi, essere estremamente elevata con valori facilmente moltiplicabili per 5 nel giro di 20 anni. Ad esempio, uno Château Mouton Rothschild 2000 vale oggi circa 1.500 €, ma ne costava meno di 200 € all’epoca (ovvero un rendimento annuo del 10,07%).

La redditività annua di un paniere medio (o meglio di una cantina media) si aggirerebbe intorno al 3%: bisogna, però, essere degli esperti per trovare le bottiglie più bancabili, studiando il mercato.

Come si investe in vino?

Se vuoi investire nel vino, ci sono due scuole: puoi scegliere se farlo da solo o assumere un consulente finanziario. Procedere in maniera autonoma è molto eccitante, ma richiede tempo e solide conoscenze. E allora, come iniziare a investire in vino? Esistono ben 6 possibilità.

Acquistare vini en primeur

Si tratta di un’antica tradizione di prevendita, che consente ai produttori di ottenere denaro necessario per far fronte ai costi operativi. Il vino viene venduto anche se la sua fase di maturazione non è terminata.

Vale a dire che il prodotto deve ancora essere affinato in botte prima dell’imbottigliamento e della consegna, 24 mesi dopo. Questo si traduce spesso in prezzi interessanti.

Investire in vino online

L’acquisto en primeur può essere fatto direttamente sul web.

Tuttavia, per molte proprietà (e di fatto la maggior parte di quelle su cui siamo interessati a investire), dovrai passare attraverso diverse piattaforme che hanno ottenuto allocazioni speciali (x casse da 6-12 bottiglie).

Molti lotti, infatti, non si vendono più direttamente ai privati, ma esclusivamente ai commercianti.

Con lo sviluppo di Internet tutto è diventato più semplice e alcune piattaforme sono dei veri e propri specialisti (trader) negli acquisti primeur, che consentono di acquistare bottiglie da mezzo litro o anche di investire in grandi (fino a 18 litri).

Rivolgendoti a un professionista, dunque, benefici di una consulenza, in linea con le tendenze attuali e con la conoscenza dei valori in aumento. Competenze che dovrebbero possono aiutarti a non cadere nelle trappole.

Esiste, poi, una lista di criteri ben definita:

  • colore (rosso, bianco, rosato, champagne),
  • gusto (fruttato, secco, potente, dolce, ecc.),
  • prezzo
  • area geografica
  • denominazioni
  • punteggio Parker
  • annata
  • occasioni: fine lotto, etichetta danneggiata, etc. con offerte fino al -34%.

Siti di aste e annunci

Siti come eBay ne sono un classico esempio. Ma ci sono anche e soprattutto piattaforme online specializzate (come iDealwine) che offrono un servizio di asta o di personal shopper.

La tradizionale sala d’aste offre la possibilità di fare acquisti inaspettati. Per questo, sarà comunque necessario tenere presente che le quotazioni sono molto fluttuanti, anche rischiose in alcuni casi, a causa della mancanza di cronologia delle transazioni.

Cantine da investimento

La cantina online è un concetto abbastanza recente: esiste da circa 15 anni. Rivolgersi ad un agente specializzato per investire nel vino ha molti vantaggi anche se, ovviamente, ha un costo non trascurabile.

L’alternativa è privilegiare la sicurezza (cantine sicure e le migliori condizioni di conservazione per le bottiglie) e la diversificazione (ampia offerta di vini).

La possibilità di far stoccare il proprio vino ti solleva da vincoli enormi in termini di movimentazione e sicurezza, dal momento che non tutti abbiamo la fortuna di avere una cantina ampia e adatta (temperatura stabile intorno ai 12 gradi e umidità vicina al 70%).

Aderire a una cantina online consente di:

  • acquistare bottiglie e farsi consigliare sulla scelta da un sommelier
  • essere accompagnati ad investire nel vino
  • lasciare che le bottiglie migliorino in cantina
  • tracciare le tue bottiglie
  • farti consegnare i vini quando vuoi per consumarli
  • rivendere quando lo desideri.

Gruppi viticoli

Acquistare direttamente le viti, visto il prezzo per ettaro, è difficile. Si possono, però, acquisire quote di vigneti.

Ogni anno, l’investitore può scegliere tra ricevere i suoi dividendi o convertirli in bottiglie: il rendimento dipende, naturalmente, dal raccolto. Sulla rivendita delle azioni ci sarà una possibile plusvalenza (o perdita) a seconda dell’evoluzione del mercato.

Questo tipo di investimento è a lungo termine ed è consigliabile che duri almeno 10 anni.

Crowdfunding

Si tratta di investire su start up o in un’azienda vinicola per partecipare al finanziamento del suo progetto, ad esempio, l’acquisto di ettari di vigneto, botti, una cantina, la costruzione di una sala degustazione, etc.

In cambio, ricevi interessi sotto forma di bottiglie di vino o euro.

Le aziende vinicole offrono diverse forme di crowdfunding: donazioni con controparti, prestiti o obbligazioni (crowdlending) ma anche ingresso nel capitale delle aziende vitivinicole (crowdequity).

Fondi investimento in vino

Un’altra forma di investimento nel vino, più borsistica, può essere quella di investire in Fondi Comuni di investimento, che si occupano di investire e tenere le bottiglie per tuo conto a fini speculativi e di reinvestimento.

In effetti, le performances non sono molto incoraggianti: si parla del +1,20% su 5 anni. I benchmark si basano sugli indici LIV-EX (London International Vintners Exchange), in particolare il Liv-ex Fine Wine 100 (composto dalle 100 bottiglie più ricercate).

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Investire in vino: best practice

Se investire nel vino ti tenta, devi comunque rimanere vigile. Come tutti i beni rifugio, anche questo non è esente da rischi… Tutt’altro.

Investire in vino a lungo termine

Come per le azioni, investire nel vino dovrebbe essere considerato solo a lungo termine, ovvero almeno 8 anni, poiché la volatilità può essere elevata.

Questo si traduce in investire esclusivamente in prestigiosi vini da invecchiamento, cioè che maturano bene e migliorano nel tempo, puntando sulla conservazione in cantina adeguata, alla giusta temperatura stabile (12 gradi) e ad un perfetto grado di umidità (70%).

Diversificare

Anche in questo caso, come nel mercato azionario, è preferibile diversificare. Non esiste un tracker grand cru (ETF) per investire nel vino, ma puoi scegliere tra diverse bottiglie o casse:

  • dove investire in vino: i vini di Bordeaux sono una scommessa sicura, ma anche i toscani possono fare la differenza
  • proprietà
  • annate: alcune sono ottime, altre meno… Diversificare permette di limitare il rischio
  • prezzi: le bottiglie di vino nella fascia da € 50 a € 250 sono note per essere rivendute abbastanza facilmente.

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Quali sono i vini che aumentano di valore?

Le bottiglie sulle quali è possibile realizzare una plusvalenza sulla rivendita rappresentano una quota minuscola del mercato del vino.

Il motivo è che la maggior parte dei vini è pensata per essere bevuta giovane.

Perde, quindi, valore perché non regge nel tempo.

Esistono, però, altri vini, detti da appoggio, che migliorano negli anni e vedono, così, aumentare il loro valore. Questi sono quelli che i collezionisti bramano.

Tra le bottiglie che possono registrare una buona crescita, ci sono, ad esempio, alcuni vini toscani acquistati en primeur, che rivendono il doppio, o anche di più, a dieci anni dall’acquisto.

Si pensi che alcune bottiglie di Château Grand-Puy-Lacoste, acquistate en primeur a 40 euro l’una nel 2000, sono state rivendute a giugno 2020 al triplo, circa 124 euro.

La tabella qui sotto mostra i rendimenti medi del vino tra il 2013 e il 2022:

Fonte: http://www.inumeridelvino.it/wp-content/uploads/2023/03/wine-invest-1.jpg

Che vino comprare per investire?

Il punto centrale è: su quale vino investire? I criteri sono diversi.

Si può cominciare, per esempio dalle aree geografiche: rinomati in tutto il mondo, i vini della Borgogna sono particolarmente apprezzati.

Ma ci sono anche i grands crus di Bordeaux e, in misura minore, i nettari di eccezione del Rodano.

Anche alcuni vini della Loira o del Giura cominciano ad essere molto ricercati, al pari degli champagne che restano un investimento privilegiato. Per spostarsi dalla prima della classe, alcune bottiglie provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Australia, Sudafrica stanno andando bene, ma le loro performance restano ben al di sotto dei prodotti francesi.

A questo punto, ti chiederai quanto dovresti investire per sperare di realizzare una plusvalenza: il consiglio è di acquistare bottiglie rare (a causa della loro bassa produzione e/o della loro età) la cui qualità è riconosciuta da amatori e professionisti.

Tuttavia, l’acquisto di una bottiglia da una tenuta rispettabile, indipendentemente dalla regione, non è necessariamente sinonimo di valore aggiunto alla rivendita.

Un’altra strategia consiste nello scommettere su aree non (ancora) ambite.

Incontrando viticoltori, andando alle fiere, partecipando alle degustazioni, puoi trovare un’ottima tenuta le cui bottiglie potrebbero aumentare di valore.

Certi vini, infatti, attirano improvvisamente l’attenzione di amatori e collezionisti e vedono esplodere i loro prezzi in breve tempo. Cercare di trovare le aree che potrebbero sfondare, dunque, richiede tempo.

Perciò gli esperti consigliano la lettura di riviste e libri specializzati, che ri consentiranno di ottenere indicazioni sulle tendenze e sui viticoltori che si stanno affermando.

L’ultima opzione è rivolgersi a un professionista, che analizzi il tuo portafoglio e ti consigli su quanto investire in vino e come. Puoi ottenere un’analisi della tua situazione gratuitamente, chiedendola a Ioinvesto.net.

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