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La gestione patrimoniale

Probabilmente hai sentito parlare di gestione patrimoniale, ma non ti sei mai soffermato a capire nel dettaglio di cosa si tratta e come funziona.

La gestione patrimoniale non è un prodotto finanziario, ma è un servizio di investimento.

In particolare, è una forma di investimento che permette al risparmiatore, mediante un mandato, di affidare la gestione del proprio patrimonio a un gestore. Quest’ultimo sarà una SIM oppure una banca.

Il risparmiatore è preliminarmente chiamato a chiarire quali sono i suoi obiettivi ed il suo profilo di rischio. Dopodiché la società gestrice si occuperà di trasferire il patrimonio su un conto a nome del cliente presso una Banca Depositaria. Questo implica che il patrimonio viene gestito separatamente per ogni cliente.

Attraverso la procedura di profilazione, di cui ho appena accennato, viene associato un profilo di rischio ad ogni risparmiatore, il quale varia a seconda dei suoi obiettivi finanziari e del suo orizzonte temporale.

I due tipi di gestione patrimoniale: GPF e GPM

La gestione dei risparmi può avvenire attraverso due tipologie di gestione patrimoniale:

  • gestione patrimoniale in fondi (GPF)
  • gestione patrimoniale mobiliare (GPM).

Le Gestioni Patrimoniali Mobiliari (GPM) sono gestioni patrimoniali individuali su mandato del cliente che comprano singoli titoli azionari e/o obbligazionariAll’interno della gestione ci potrebbero essere anche delle quote di fondi comuni d’investimento.

In base al profilo di rischio e all’orizzonte temporale, il cliente dovrà scegliere in autonomia tra diverse linee di investimento.

Le GPM sono rivolte a investitori con capitali superiori a 500.000 euro, così da poter dare al gestore la possibilità di investire in diversi mercati internazionali riuscendo ad applicare una buona diversificazione, con conseguente abbassamento del rischio.

Le Gestioni Patrimoniali in Fondi (GPF), invece, investono il denaro in fondi comuni d’investimento e Sicav diversificando su vari prodotti.

Si tratta, quindi, di un tipo di gestione adatta anche ai risparmiatori con capitali medio-piccoli.

Come per le GPM, al momento della sottoscrizione, il risparmiatore può scegliere tra diverse linee di investimento, più o meno prudenti o più o meno aggressive, a seconda del profilo di rischio.

Insomma, con la gestione patrimoniale puoi delegare l’allocazione dei tuoi risparmi ad una banca o SIM di fiducia in base al tuo personale profilo.

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La tassazione delle gestioni patrimoniali

Le gestioni patrimoniali offrono la possibilità di compensare i redditi diversi con i redditi di capitale perchè entrambi concorrono al risultato di gestione di fine anno.

Se a fine anno avrai una plusvalenza, anche solo maturata, dovrai pagare il 26% su di essa. Se, invece, la gestione avrà creato una minusvalenza, la potrai portare in detrazione nei quattro anni successivi oltre a quello corrente.

In una GPM, se incassi un dividendo oppure una cedola non subirai alcuna ritenuta alla fonte ed i proventi andranno a concorrere al risultato della gestione.

Nella GPF, se il gestore compra o vende dei fondi comuni di investimento o degli ETF, non pagherai nessuna tassazione fino al termine dell’anno in corso.

Poiché che sia nelle GPM che nelle GPF si possono compensare i redditi diversi con i redditi di capitale, sembrerebbe esserci un vantaggio fiscale non da poco.

C’è un però. Devi tenere a mente che la tassazione avviene annualmente sul risultato maturato dalla gestione patrimoniale.

Al contrario, se investissi in un fondo o un ETF, al di fuori di una gestione patrimoniale, questa tassazione avverrebbe solamente al momento del realizzo, cioè quando andrai a vendere il tuo strumento finanziario ed incasserai effettivamente la plusvalenza. 

Questo significa che i guadagni generati dal tuo investimento, finché non li realizzi, andranno a concorrere con i rendimenti futuri. In questo modo si genera l’interesse composto, che il celebre Albert Einstein definì “l’ottava meraviglia del mondo”.

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La gestione patrimoniale è davvero conveniente?

Compensazione tra redditi di capitale e redditi diversi, ma tassazione sui proventi maturati ogni fine anno: si può quindi dire che la gestione patrimoniale è conveniente?

Come spesso accade in questi casi, la risposta non è univoca per tutti, ma dipende dalle esigenze e dagli obiettivi di ognuno di noi. 

Uno dei fattori da tenere in considerazione è quello relativo ai costi.

Ogni gestione patrimoniale viene gestita in maniera differente e utilizza al suo interno prodotti differenti. E questo può incidere notevolmente sui rendimenti attesi (influenzati appunto dalle spese).

Ad esempio, se all’interno troviamo dei fondi comuni di investimento, il costo sarà maggiore rispetto ad una gestione che al suo interno ha degli ETF.

Altri due fattori da tenere in considerazione sono l’operatività e il tempo.

Se ti piace fare molte operazioni durante l’anno ed hai un orizzonte temporale di breve periodo, potrebbe aver senso aprire una gestione patrimoniale. Se, invece, prediligi un investimento con poche operazioni ed hai un orizzonte temporale più lungo, allora questo servizio potrebbe non essere la scelta più appropriata. 

Uno degli svantaggi principali di una gestione patrimoniale è proprio questo ed è dovuto al fatto che, andando a pagare ogni anno le tasse sui tuoi rendimenti, non riesci a sfruttare i benefici dell’interesse composto. Gli interessi futuri, di conseguenza, si produrranno su un capitale complessivo inferiore.

La differenza non sarà rilevante nei primi anni, ma con il passare del tempo crescerà esponenzialmente.

L’interesse composto, se sfruttato al meglio, porterà dei vantaggi enormi.

In conclusione, prima di scegliere di aprire una gestione patrimoniale, devi tenere a mente i fattori sopraelencati e dopo una corretta pianificazione finanziaria capire se può fare al caso tuo o meno.

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