Pensione commercianti: requisiti ed età
Pensione commercianti: approfondiamo i requisiti per la pensione commercianti.
Se anche voi siete titolari di impresa, soci o lavoratori autonomi iscritti presso la gestione INPS commercianti, quando potrete andare in pensione?
Pensione commercianti, requisiti ed età per accedere alla pensione vecchiaia
Come avrete purtroppo avuto modo di comprendere, in questo specifico caso la pensione commerciante dipende essenzialmente da voi:
- dai contributi che versate
- dal reddito che avrete nell’anno.
Anche per la pensione commercianti i requisiti sono stati nel tempo equiparati a quelli per accedere alla pensione tradizionale.
Per il 2019, e così fino al 2024, per poter accedere alla pensione di vecchiaia commercianti l’età è ormai fissa ai 67 anni.
Dal 2018, le donne per accedere alla pensione commercianti si matura lo stesso al raggiungimento dei 67 anni.
Come per altri trattamenti, anche per le pensioni commercianti ci sono altri requisiti oltre all’età.
Nel caso del sistema contributivo è necessario infatti poter avere un’anzianità contributiva di 20 anni.
Oltre a questo l’assegno mensile al momento della pensione non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’ammontare annuo dell’assegno sociale INPS.
Se non rispettate quest’ultimo requisito, la pensione vi verrà consegnata a 71 anni, ma l’importante è che abbiate almeno 5 anni di contributi effettivi.
Se invece siete nel sistema misto, quindi avete anche contributi versati prima del 1995, vi servono per forza 20 anni di contributi, o non riceverete alcuna pensione.
Pensione commercianti, requisiti per l’anticipata
Per la pensione commercianti, i requisiti per la pensione anticipata sono come sempre legati ai contributi versati.
Il limite, come per la Gestione Dipendenti, è fissato al possesso di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.
Mentre per la pensioni commercianti donne il requisito è di aver maturato 41 anni e 10 mesi di contributi.
Il limite già per il 2019 doveva essere aumentato a 43 anni.
Per fortuna il decreto legislativo del 28 gennaio 2019 n°4 ha bloccato tale adeguamento.
Fino al 2026 potrete tirare un sospiro di sollievo e guadagnare un anno per richiedere la pensione anticipata.
Invece, se la contribuzione che avete alle spalle ricade tutta nel sistema contributivo, la pensione commerciante può essere richiesta anche a 64 anni, purché si abbia all’attivo 20 anni di contribuzione e avere una pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.
Pensione commercianti donne
Riguardo alla pensione commercianti donne abbiamo visto come, a parte la misura anticipata, anche nel loro caso continua il processo di adeguamento alle pensioni commercianti degli uomini.
Le commercianti donne possono, in caso volessero anticipare la data della pensione, ricorrere ad Opzione Donna.
Si tratta di una possibilità per anticipare la pensione rispetto alle altre ipotesi, ma prima di chiederla è sempre bene fare altre particolari valutazioni.
Pensione commerciante, come si calcola
Per la pensione commerciante il funzionamento dei contributi è diverso rispetto a quello per la pensione dipendenti.
A differenza di questi, i commercianti scontano un’aliquota contributiva calcolata su due diverse quote, una minima e una libera.
L’aliquota è però più bassa rispetto a quella tradizionale dei dipendenti, pari al 33%.
Il che può risultare un paradosso, ma anche una misura di facilitazione per coloro che si trovano molto spesso a scontare il famoso il rischio d’impresa.
Ma al di là delle riflessioni, vediamo come funziona la pensione commerciante.
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Come si calcolano le pensioni commercianti?
Come detto, per la pensione commerciante si basa su di un reddito minimale su cui si calcolano i contributi da versare e che devono essere versati, nonostante il reddito sia inferiore a tale soglia minima.
Il reddito minimale è fissato di anno in anno.
Se superato, si deve versare una quota aggiuntiva calcolata sull’eccedenza del minimale.
Questo contributo si chiama contributo a conguaglio, perché la somma viene considerata come acconto delle somme dovute sulla totalità del reddito prodotto durante l’anno.
Su questo acconto segue poi il contributo a saldo che si calcola una volta stimato il reddito totale effettivo in sede di dichiarazione Irpef.
Il reddito per il 2023 è 17.504€, su di esso si applica l’aliquota ad oggi vigente per le pensioni commercianti.
Questa è pari al 24,09%, perciò per quest’anno se siete commercianti dovrete come minimo versare 4.292,42€.
Lo 0,9% è un’aliquota aggiuntiva che vale quale indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale.
Inoltre è previsto un contributo per la maternità stabilito, per gli iscritti alle gestioni degli artigiani e dei commercianti, nella misura di 0,62 euro mensili.
Questi sono i contributi da versare in base al reddito che maturerete.
Da cosa è influenzata
La pensione minima commercianti dipende proprio da quanto verserete voi nel tempo.
Per questo la pensione minima dei commercianti può variare molto in base a tale stima, così come anche in base alle stime di crescita nel corso degli anni.
In alcuni casi, a seconda dell’ipotesi di crescita, è emerso da alcune analisi come a differenza del reddito la pensione minima commercianti non varia solo nell’importo, ma anche nell’accesso alla data in cui si matura il diritto.
Per questo se siete commercianti è sempre bene fare un check up pensionistico e valutare quali possono essere le diverse stime.
I contributi sono versati in base al proprio reddito imponibile.
Se hai una ditta individuale in regime forfettario, puoi chiedere una riduzione del 35% dei contributi da versare sia per i fissi sia per il minimale.
Nel caso delle pensioni commercianti è previsto anche un massimale.
Come per la gestione dipendenti, oltre tale massimo non è più dovuta la contribuzione previdenziale commisurata.
Per il 2020 il massimale è pari a 86.983€.
Gli elementi controversi delle pensioni commercianti
Versare i contributi di tua volontà lo puoi valutare come un vantaggio, ma il contributo minimale da rispettare di certo suscita qualche dubbio.
Soprattutto se per un anno sorgono problemi o crisi come quelle attuali.
Per le pensioni commercianti i requisiti fondamentali e da valutare, oltre alle pensione minima commercianti, stanno proprio nel capire come azzerare il gap presente.
Nel caso dei commercianti il tasso di sostituzione è molto basso, a causa della differenza tra l’ultimo reddito percepito e altre disponibilità economiche possedute rispetto alla pensione.
Inoltre, non sempre è vantaggioso versare su un fondo pensione.
Per questo un’analisi completa della vostra personale situazione vi permette di avere un’idea di come procedere, sia dal lato della pubblica sia dal lato della pensione complementare.
Solo così potrete ottimizzare il lato contributivo e fiscale.
Altro elemento ormai consolidato è quanto il passaggio dal retributivo al contributivo sia lesivo anche per la pensione commercianti.
L’INPS evidenzia come il 91% delle pensioni commercianti subirebbe una riduzione, ma non è tutto per un terzo dei casi si arriva anche ad una riduzione del 50%:
Infine, ricordiamo come anche per la pensione commerciante si converte in rendita applicando i coefficienti di trasformazione INPSpensione commercianti.
E voi cosa ne pensate ricadete in questa particolare categoria?
Sapete già quanto vi aspetterà di pensione commercianti?
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