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Pensione donne pubblico impiego: tutti i requisiti

La pensione delle donne nel  pubblico impiego è stata negli ultimi anni modificata.

Con la riforma pensioni donne pubblico impiego, accedono ora in modalità diverse rispetto al passato, vediamo i requisiti per la pensione donne e le differenze con le pensioni donne nel privato.

Pensione donne pubblico impiego 

Con la nuova legge, la pensione donne è stata equiparata a quella degli uomini.

L’età per pensione donne pubblico impiego è ormai quindi la medesima dei colleghi uomini.

Con non poche ritrosie da parte del gentil sesso che per una serie di elementi “strutturali” si ritrova normalmente ad avere meno contributi.

Dalla loro le donne possono contare su un’aspettativa di vita maggiore che riequilibra l’età pensione, le donne pubblico impiego sono così ormai costrette ad andare in pensione come gli uomini.

Unica differenza è riguardo la pensione anticipata che concede alle donne un anno di anticipo rispetto agli uomini per accedere alle pensione.

Ma tra poco vedremo tutti i requisiti per la pensione delle donne.

Pensione donne pubblico impiego, come era in passato

Fino a pochi anni fa, ma il diritto maturato vale ancora, le donne del pubblico impiego raggiungevano la pensione se avevano all’attivo 40 anni di contributi.

Alternativa a questo erano le pensioni per quota, ossia le donne pubblico impiego potevano andare in pensione con una certa somma di contributi e una specifica età, quest’ultima variabile a seconda dell’incarico ricoperto.

Con le nuove leggi per la pensione donne non esiste più questa possibilità e chi avrà solo il contributivo dovrà rispettare i fissati requisiti pensione donne.

Pensioni statali: come funziona la pensione vecchiaia donne del pubblico impiego

La pensione di vecchiaia per le donne nel pubblico impiego si matura come per gli uomini ad un’età di 67 anni.

Che si ricada nel regime contributivo, o nel misto e retributivo, non se ne scampa, eccetto nel caso in cui si ricada in specifiche categorie.

Ricordiamo infatti che per il comparto sicurezza e per i lavori gravosi come le insegnanti d’asilo sono previsti requisiti più flessibili.

Sebbene anche per la pensione delle donne nel pubblico impiego il tipo di regime sia diverso, oltre che nell’importo dell’assegno, comporta differenze anche per i contributi.

Possono accedere alla pensione vecchiaia donne del retributivo o misto che possono contare su 20 anni di contributi.

Se si ricade nel regime contributivo, invece, i requisiti sono i medesimi con l’unico vincolo che l’assegno sia almeno pari a 1,5 volte l’assegno minimo.

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Pensione anticipata donne pubblico impiego: quanti contributi ti servono?

Nel caso della pensione anticipata, i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata per le donne pubblico impiego sono diverse rispetto agli uomini.

 

Per la pensione anticipata delle donne pubblico impiego bastano, si fa per dire, 41 anni e 10 mesi di contributi, a differenza invece dei colleghi maschi che devono maturare un anno in più.

A questi si aggiunge il requisito dei 35 anni, ossia di questi 41 anni di contributi almeno 35 devono essere al netto di eventuali malattie e disoccupazione.

Sembrerebbe facile, ma se cominciamo a pensare ad una donna con due figli, e quindi eventuali maternità, già certamente un anno viene perso.

Se a questo aggiungiamo le malattie e i periodi di assistenza alla prole, l’instabilità nelle carriere delle donne rispetto agli uomini, ecco che 35 anni di contributi non sono di facile maturazione.

Se si ricade infine nel contributivo e si è lavorato per un valore pari a 20 anni di contributi, si può accedere alla pensione anche a 64 anni, a patto che l’assegno pensionistico sia pari a 2,8 volte l’assegno minimo.

Pensioni per le donne, le altre possibilità

Ricordiamo inoltre che vale per le donne la possibilità di uscita conQuota 100, ossia a 62 anni e almeno 38 anni di contributi.

E per le lavoratrici sia per il settore privato sia per il settore statale donne possono fino al 2021 ricorrere alla pensione con Opzione Donna.

La misura si applica contando ogni contributo con il sistema contributivo, perciò se avete molti anni alle spalle conviene, prima di usare questa misura, valutare il possibile effetto che potrebbe avere per non perdere soldi dall’assegno.

Opzione donna non è però per tutte e non ci sarà per sempre.

Questa particolare misura o legge pensione donne sarà in vigore fino al 2021, pertanto vi consigliamo di valutare se ricadete nella platea e con una consulenza previdenziale valutare come la pensione potrebbe risentirne.

pensione donne pubblico impiego

Criticità sulle pensioni pubblico impiego:

La donne sono le più penalizzate.

Le donne per le criticità emerse soffriranno più dei colleghi uomini nella pensione.

Non da ultimo, il tanto discusso gap tra le retribuzioni che inevitabilmente porta a pensioni anche più basse.

Se la differenza tra uomini e donne è del 17%, è forse ora di non lasciare al caso la propria situazione e valutare attentamente misure integrative.

Chiaramente tale gap retributivo è meno forte per le donne del pubblico impiego.

Tuttavia, tra scatti retributivi e tempo per prepararsi ai concorsi pubblici che permettono eventuali scatti di carriera, ne converrete che le donne hanno meno possibilità.

pensione donne

Si può infatti trovare una soluzione di equilibrio che non leda l’attuale tenore di vita, ma preservi anche il futuro.

Pensate che, se rispetto all’ultima retribuzione si può avere un gap di almeno il 30% e andare in pensione con solo il 70% delle risorse, per le donne tale gap sarà più alto.

Un dato sconcertante arriva dalle recenti valutazioni e confronti di un rapporto dell’Unione Europea del 2013.

Da questo rapporto emerge come le donne percepiranno rispetto agli uomini il 36% in meno sull’assegno epnsionistico.

Cosa significa, che se il 70% su un assegno di 1.000€ sono 700€, questo dovete tagliarlo di un altro 40%, del 36% in generale per l’intera penisola.

E voi sapevate di una differenza così ampia?

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