Pensioni, contributi, INPS: tutto quello che devi sapere
Il sistema pensionistico italiano è stato oggetto di riforme negli ultimi anni, come anche i contributi INPS.
Questo perché era in gravi difficoltà e la sua sostenibilità finanziaria nel lungo periodo era in pericolo. Ovvero non sarebbe più riuscito a pagare le pensioni in maniera adeguata.
Sono quindi stati introdotti una serie di cambiamenti che hanno riguardato i requisiti per l’accesso alla pensione, l’età pensionabile e le modalità di calcolo dell’assegno pensionistico.
In parole più semplici, per garantire la pensione a tutti si è dovuto diminuire gli assegni e allontanare il momento del pensionamento.
E la situazione non è destinata a migliorare, quindi è di primaria importanza pensare alla propria pensione, per evitare brutte sorprese quando ormai non c’è più tempo per agire!
Il primo passo da fare è comprendere come funziona il sistema pensionistico italiano, poi bisogna comprendere quanti contributi si sono versati e come calcolarli, infine fare delle stime sui risultati che otterremo e muoversi di conseguenza.
Se poi insorgessero dei problemi, potrebbe essere necessario contattare l’INPS.
Ed è proprio quello che andremo a vedere in questo articolo.
Indice
- Il sistema pensionistico italiano
- Il sistema a ripartizione
- Come l’INPS sta provando a risolvere il problema pensioni
2. I contributi previdenziali e come calcolarli
- Come effettuare il calcolo dei contributi INPS?
- Il reddito
- L’inquadramento professionale
- Le casse professionali
- L’INPS
- Come effettuare il calcolo dei contributi INPS
- Come effettuare il calcolo dei contributi INPS: altre variabili che bisogna tenere in considerazione
3. Il problema delle pensioni: cos’è uno schema Ponzi
- Le caratteristiche di uno schema Ponzi
- Come funzionano le pensioni
- Perché l’INPS è uno schema Ponzi
- Una soluzione allo schema Ponzi – INPS
4. Come contattare l’INPS: tutti i numeri utili e il vademecum completo
- Il numero verde INPS
- Estratto conto contributivo previdenziale e area MyINPS
- Numeri utili per i servizi INPS
- La PEC INPS
- Il Contact Center INPS
- INPS Risponde
- Le Sedi Fisiche – Gli uffici dell’INPS
Il sistema pensionistico italiano
Il sistema pensionistico italiano è a ripartizione.
Nel sistema a ripartizione i contributi che voi versate oggi all’INPS servono per pagare, sempre oggi, chi è in pensione.
I tuoi soldi quindi vanno direttamente negli assegni pensionistici dei pensionati attuali.
Le tue trattenute contributive sono registrate in una sorta di conto virtuale e ti garantiscono un diritto futuro, in cui sarai tu ad avere una pensione.
Ma come detto è un diritto futuro, e se in futuro non ci saranno i soldi ci sarà poco da fare.
Il problema principale di questo modello a ripartizione è l’eventualità di generare uno squilibrio finanziario. Una eventualità che per motivi demografici, economici e normativi si fa sempre più realtà.
Quando l’INPS deve pagare le pensioni, ciò che esce, la pensione appunto, deve anche rientrare, i contributi di chi sta lavorando.
Attualmente le entrate sono inferiori alle uscite e si crea un buco che deve essere colmato dallo Stato.
Si parla così di deficit previdenziale.
Quindi perché il sistema funzioni ci deve essere un equilibrio tra quanto entra e quanto esce.
In Italia, a causa dell’ammontare oneroso delle pensioni attuali e per il numero di pensionati in rapporto alle persone che attualmente lavorano, questo non si verifica.
E a causa del calo demografico non si verificherà neanche in futuro.
Infatti, le stime demografiche vanno proprio nella direzione opposta. Sempre più vecchi, e sempre meno nascite.
Capite la gravità del problema?
E in tutto questo l’INPS deve pagare anche il suo funzionamento quindi dipendenti, immobili, uffici, bollette; capite bene che equilibrio non c’è.
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Come l’INPS sta provando a risolvere il problema pensioni
L’INPS deve ridurre i suoi costi ed aumentare le sue entrate, ma come può farlo?
Le soluzioni sono due:
- ridurre i costi di funzionamento
- aumentare le tasse e le quote partecipative dei lavoratori.
Ma ancora di più, dovrebbe trovare più persone che lavorano e dovrebbe fare in modo che queste persone restino nello schema, ossia paghino, versando i contributi, per più tempo.
E lo fa come?
Il modo principale è proprio aumentare l’età pensionistica.
La seconda scappatoia, per avere meno costi e meno uscite, è abbassare la rendita della pensione.
Certo, se il nostro Stato potesse supplire a questo deficit non ci sarebbe alcun problema.
Ma ad oggi non è così. E anzi, il debito italiano continua a crescere, mentre la crescita economica non è in gran forma.
E tu, eri al corrente di questi cambiamenti? Sai quando andrai in pensione e quale sarà l’importo del tuo assegno?
I contributi previdenziali e come calcolarli
Per accedere alle prestazioni previdenziali i lavoratori sono tenuti a pagare i contributi previdenziali, che costituiscono una quota obbligatoria del loro reddito.
L’INPS rappresenta il principale punto di riferimento per la maggior parte dei lavoratori in Italia. Ci sono poi anche le Casse Professionali, per alcune categorie di lavoratori.
È di fondamentale importanza conoscere quali contributi sono dovuti e in che misura, per sapere quando si andrà in pensione e con quanto.
Come effettuare il calcolo dei contributi INPS?
Il calcolo dei contributi INPS non è un’operazione semplice, tuttavia è necessario eseguirla per poter fare una stima della data di pensionamento.
Per effettuare il calcolo dei contributi previdenziali, ci sono diverse variabili da considerare.
Tra queste le principali sono l’inquadramento professionale, l’aliquota contributiva, il reddito e il momento in cui lo si è percepito.
Il reddito
Il reddito è un elemento chiave poiché, in base agli anni della propria storia lavorativa, influisce sulla scelta tra sistema retributivo e contributivo e, di conseguenza, sul modo in cui i contributi vengono calcolati.
Nel sistema retributivo, utilizzato in passato e ancora in vigore per alcuni, il calcolo si basa sulla retribuzione dell’ultimo periodo lavorativo.
Nel sistema contributivo invece, il calcolo tiene conto dell’intera storia contributiva, seguendo il principio della quantità.
Quindi, più si versa e più la pensione sarà alta. Ma nel caso di redditi non troppo elevati o di redditi irregolari, gli assegni saranno più bassi.
È anche possibile che alcune persone rientrino nel sistema di calcolo misto, ovvero avranno una pensione calcolata in parte con il metodo retributivo e in parte con quello contributivo.
L’inquadramento professionale
Il calcolo dei contributi dipende anche dal tipo di lavoro svolto, dal contratto e dalla categoria professionale.
Se hai bisogno di aiuto per il calcolo dei contributi, richiedi la tua analisi previdenziale gratuita e scopri come migliorare la tua situazione.
Le casse professionali
I lavoratori iscritti ad un albo, come, medici, avvocati, ingegneri, architetti, psicologi, commercialisti, giornalisti, sono tenuti ad aderire alla loro specifica cassa di previdenza, che si occupa di gestire i loro contributi.
Ogni cassa ha le proprie regole per il pensionamento, che possono variare in maniera anche significativa l’una dall’altra.
Per esempio il contributo soggettivo, ovvero il contributo principale, dovuto dagli psicologi è del 10%, mentre quello dei veterinari è del 15%.
Inoltre, in alcuni casi, i contributi versati ad una cassa sono calcolati in base ad una percentuale del reddito dichiarato dal lavoratore, mentre in altri casi possono essere calcolati in base ad una tariffa fissa.
Anche gli anni di lavoro necessari per accedere alla pensione variano per ogni cassa.
L’INPS
C’è poi il mondo dell’INPS, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) che copre il sistema pensionistico per la maggior parte dei lavoratori.
All’interno dell’INPS esistono gestioni diverse, ovvero dei contenitori dei contributi versati, a seconda della tipologia di lavoro svolto.
I lavoratori dipendenti del settore privato versano i loro contributi nella gestione generale dell’INPS, mentre i lavoratori autonomi devono aderire alla Gestione Separata INPS.
E anche queste gestioni prevedono delle sottocategorie, come per esempio le sezioni per commercianti e artigiani, dei dipendenti pubblici (ex.Inpdap), dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli, degli sportivi professionisti e dei collaboratori.
Vi sono poi alcune gestioni speciali, chiamate forme esclusive e sostitutive dell’AGO.
E per tutte queste gestioni può esserci differenza, anche significativa, della quantità di contributi da versare, ossia tra le aliquote contributive.
L’aliquota contributiva
Per capire meglio il come calcolare i contributi previdenziali e il calcolo versamenti INPS, è importante conoscere l’aliquota contributiva.
L’aliquota contributiva rappresenta una percentuale che si applica al reddito lordo, e che andrà a formare la pensione futura.
Come abbiamo visto, nelle diverse gestioni INPS si trovano aliquote contributive diverse. Vediamo qualche esempio.
Il caso classico è il lavoratore dipendente di un’azienda privata: la sua aliquota contributiva è del 33%.
Di questo 33%, il 23,81% viene versato dal datore di lavoro e il 9,19% è a carico del lavoratore e viene trattenuto direttamente in busta paga.
Invece, i professionisti che versano nella Gestione Separata hanno un’aliquota del 26,23%.
Ma soltanto se non versano contemporaneamente in un’altra gestione, come nel caso di chi svolge due lavori differenti: si avrà allora uno sconto sul versamento nella gestione separata.
Più complesso invece è il caso dei coltivatori diretti, per i quali il calcolo dei contributi varia a seconda dell’estensione del terreno trattato e del tipo di coltura e si basa su un reddito convenzionale deciso di anno in anno.
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Come effettuare il calcolo dei contributi INPS
Per calcolare quanti contributi si sono versati, bisogna moltiplicare la propria aliquota contributiva per il proprio reddito annuo lordo, o meglio, per l’imponibile previdenziale, e poi dividere per 100.
Può sembrare un calcolo davvero semplice da svolgere, ma è necessario fare attenzione a molti altri fattori, che rendono la materia previdenziale alquanto intricata.
E per considerare questi fattori, l’aiuto di un consulente indipendente esperto risulta indispensabile.
Come effettuare il calcolo dei contributi INPS: altre variabili che bisogna tenere in considerazione
Per effettuare il calcolo dei contributi INPS, occorre tenere presenti molte variabili.
Innanzi tutto, per il raggiungimento dei requisiti per la pensione bisogna fare attenzione alla modalità temporale utilizzata per il calcolo della pensione, la quale varia a seconda del tipo di lavoro svolto.
Per i lavoratori dipendenti di aziende private, ad esempio, la misura del calcolo sono le settimane. Per i lavoratori dipendenti nel settore pubblico la misura è data dagli anni, dalle settimane e anche dai giorni.
Un agricoltore invece, ma anche uno sportivo professionista, avrà come base di calcolo le singole giornate. Gli artigiani e i commercianti i mesi.
Bisogna considerare poi che non tutti i contributi sono uguali. Alcuni possono essere figurativi, e a seconda della prestazione richiesta vanno inseriti nel conteggio oppure esclusi.
E a volte, qualora venissero riscattati alcuni contributi come il periodo del militare o della laurea, potrebbe variare il metodo di calcolo, da contributivo a misto oppure retributivo.
Contributi Inps: minimale e massimale
Alcune gestioni hanno poi un minimale ed un massimale.
Il minimale è una cifra minima contributiva, che varia di anno in anno, che è obbligatorio versare per avere accreditato l’anno lavorativo ai fini della pensione.
Il massimale è invece una soglia, superata la quale si riceve uno sconto o un esonero dal versamento della propria aliquota contributiva.
È anche necessario verificare i casi in cui si applicano sgravi o esoneri dal versamento dei contributi.
Ad esempio, i giovani con Partita Iva che esercitano un’attività di impresa artigiana possono versare un’aliquota contributiva più bassa.
Infine, ci sono alcune categorie di lavoratori che godono di particolari agevolazioni pensionistiche.
Bisogna anche sapere che i contributi versati non equivalgono esattamente a quanto prenderemo un volta in pensione.
Ogni anno vengono rivalutati in base all’andamento dell’economia italiana, che purtroppo fa fatica a crescere.
Ad aggiungersi a questo quadro già complicato è la struttura del mondo del lavoro.
La diffusa precarizzazione e la bassa qualità delle retribuzioni sono sempre più problematiche per il calcolo dei contributi previdenziali, soprattutto per i giovani che ricadono nel sistema contributivo.
Infatti, eventuali buchi contributivi pesano molto, in negativo, sul calcolo del proprio assegno futuro.
Per questo motivo, utilizzare calcolatori di contributi online, è per la maggior parte delle volte fuorviante e non permette quindi di andare a intervenire sulla propria situazione in maniera corretta.
Per ottimizzare la nostra pensione, infatti, potremmo valutare anche misure integrative. Come i fondi pensione.
Per evitare di fare errori, che potrebbero costarti molto cari, e se vuoi iniziare a sistemare nella maniera corretta la tua futura pensione, puoi affidarti ad uno dei nostri consulenti esperti!
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Il Problema delle Pensioni: Cos’è uno Schema Ponzi
Questo schema è tornato alla ribalta negli ultimi anni quando Bernie Madoff ha dato vita ad una delle più grandi truffe finanziarie della storia, truffando vari investitori per 65 miliardi di dollari.
Uno schema Ponzi è un modello economico di vendita inventato da un emigrato italiano, Charles Ponzi.
La caratteristica principale di questo schema?
Essere un modello truffaldino e proprio per questo in Italia è vietato.
Ma non solo da noi, è infatti un reato anche in altri Paesi, come gli Usa.
Uno Schema Ponzi funziona un po’ come una catena di Sant’Antonio.
Si tratta di uno schema piramidale dove si promettono alle vittime forti guadagni, a patto che queste “reclutino” nuovi “investitori”.
Sono proprio questi nuovi investitori che, inserendosi nel sistema, pagheranno i vecchi.
Inizialmente i pochi primi fortunati vedono così anche dei ritorni economici, ma si tratta solo di incentivi per fare crescere la rete di “investitori”.
I guadagni di questi derivano appunto da quelli nuovi, che hanno appena abboccato.
A loro volta questi nuovi investitori, attirati dalle testimonianze dei facili guadagni di coloro che sono entrati prima nel sistema, diventeranno un anello fondamentale della catena.
Senza sapere di essere cascati in una truffa.
Questi ultimi per guadagnare devono coinvolgere altri ignari investitori, facendo crescere la rete.
Una rete che non può crescere all’infinito.
Come si vede nell’immagine si arriva ad un punto tale che il sistema non è più sostenibile perché la popolazione mondiale da coinvolgere dopo un po’ finisce.
Ma soprattutto perché il nuovo denaro in entrata non riesce più a coprire gli interessi promessi a coloro che già sono coinvolti nello schema.
Il circuito si blocca e… la piramide crolla su se stessa.
Il suo ideatore intanto è scappato con tutti i soldi chissà dove.
Le caratteristiche di uno schema Ponzi.
Ma quali sono le caratteristiche per capire se un business è uno Schema Ponzi?
Prima di tutto di solito non ci sono entrate che giustifichino gli alti rendimenti promessi.
Si promette una rendita molto alta, ma in futuro. Una rendita “certa”, alla sola condizione di coinvolgere nuove persone per immettere nuovi capitali nel sistema.
Seconda caratteristica, di solito non c’è un prodotto da vendere o comunque se c’è il prodotto, questo, non giustifica i guadagni.
Guadagni che sono tanto più alti quanto a breve termine.
Guadagni non in linea con le statistiche dei rendimenti dei mercati.
Altra caratteristica di uno Schema Ponzi è nella documentazione.
Questa è spesso carente, scarsa ed estremamente poco chiara.
Spesso infatti compaiono termini molto tecnici o presunti tali.
Il pubblico è appositamente scelto o messo nella condizione di non capire il funzionamento e il prodotto o servizio che li dovrebbe far diventare ricchi.
Inoltre le aziende che usano sistemi Ponzi cercano di creare una grande fiducia e attaccamento verso l’azienda.
La grande dedizione e la fiducia sconfinata portano gli investitori a non farsi domande e a cercare in maniera convinta molti più adepti.
Ricordate, i nuovi adepti pagano i vecchi quindi più ce ne sono più ricchi si diventa.
Infine l’attività è legata ad un solo promotore, azienda o prodotto.
Ecco, arrivati a questo punto, molte caratteristiche potrebbero farvi già venire in mente l’INPS.
Ripassiamo però prima di tutto come funzionano le pensioni per poi confrontare l’INPS allo schema Ponzi.
Come funzionano le pensioni
Ci sono due sistemi per finanziare le prestazioni pensionistiche.
Uno a capitalizzazione e uno a ripartizione.
Quello a capitalizzazione prevede che le trattenute dei lavoratori vengono accantonate e lasciate capitalizzare, cioè maturare gli interessi.
Solo alla fine vengono restituite come pensione e con in più gli interessi.
Il sistema a ripartizione invece funziona invece in maniera diversa.
In Italia abbiamo proprio questo secondo modello.
Nel sistema a ripartizione i contributi versati dai lavoratori oggi sono utilizzati immediatamente per finanziare le pensioni correnti.
A loro volta, quando i lavoratori odierni saranno in pensione, riceveranno un assegno finanziato dai contributi dei lavoratori attivi del futuro.
Se vuoi capirne di più sulla previdenza e sulla tua situazione contributiva: richiedi subito una consulenza gratuita.
Perché l’INPS è uno Schema Ponzi
In cosa l’Inps non è altro che un sistema Ponzi?
Lo stesso ex Presidente dell’INPS, Tito Boeri, ha ammesso che l’istituto è un Schema Ponzi.
Se rivediamo brevemente le caratteristiche fondamentali di un sistema Ponzi ci accorgiamo subito di come l’INPS lo sia:
- assenza di prodotto e promessa di guadagni
- i nuovi entrati che pagano i vecchi
- un solo promotore o azienda
- informazioni poco chiare
Ecco qua che anche l’INPS rispecchia tutte le principali caratteristiche di questo schema.
Vediamole insieme una per una.
Prima caratteristica: assenza di prodotto.
L’INPS non vende nulla… eroga e spartisce… e basta.
Cerca solo nuovi “adepti” paganti, ovvero i nuovi contribuenti, che sono i lavoratori.
Promette dei guadagni: seconda caratteristica, presente.
L’INPS ci promette la rendita pensionistica.
La terza caratteristica, un solo promotore o azienda. E soltanto l’istituto è il responsabile principale dei pagamenti.
Nuovi che pagano i vecchi?
Il sistema a ripartizione fa proprio questo.
Siamo noi che oggi, che lavorando e pagando i contributi, alimentiamo le pensioni dei nostri nonni e genitori.
E desideriamo anche noi raggiungere, prima o poi, la rendita pensionistica.
Tutti vogliamo avere una pensione e, se possibile, dignitosa.
Ma attenzione al crollo del sistema.
Ultima caratteristica, se ancora non eravate persuasi: informazioni poco chiare.
È l’intera burocrazia italiana ad essere poco chiara, più scontato di così.
Problema Pensioni: l’INPS non può resistere
Un sistema come quello dell’Inps non può di certo durare nel tempo.
La popolazione in età da lavoro continua a diminuire e tra poco non ci saranno più abbastanza persone che pagheranno le numerose pensioni.
Pensioni che dal loro lato si fanno sempre di più e sempre più longeve, per l’aumento dell’aspettativa di vita e per la denatalità.
Una soluzione allo Schema Ponzi – Contributi INPS
Ad oggi, appare la necessità di ristrutturare completamente l’intero sistema delle pensioni, per renderlo sostenibile nel lungo periodo.
Ma i tempi di questa riforma, se avverrà, non saranno brevi.
E nel frattempo il sistema continua a correre, portando con sé i suoi problemi ma anche i tuoi contributi.
Bisogna quindi rimboccarsi le maniche e affrontare in prima persona il problema pensionistico.
Bisogna pensare da sé al proprio benessere pensionistico.
E lo si può fare con un piano previdenziale integrativo, attraverso fondi pensione o investimenti ad hoc.
Quindi non devi perdere altro tempo e devi iniziare a occuparti del problema della pensione.
Per non mettere a rischio il tuo futuro e il tuo benessere.
E noi siamo qui proprio per aiutarti in questa impresa.
Hai ancora dubbi sulla previdenza e i tuoi investimenti? Richiedi l’analisi gratuita e scopri quanto puoi risparmiare.
Come contattare l’INPS: tutti i numeri utili e il vademecum completo
Per avere una stima del tuo assegno previdenziale futuro molto probabilmente dovrai interfacciarti anche con l’INPS.
Quindi, se stai cercando informazioni su come contattare l’INPS, sei nel posto giusto!
Ti forniremo tutte le informazioni necessarie per metterti in contatto con l’ente previdenziale in modo efficiente e veloce.
L’INPS offre infatti diversi canali per entrare in contatto con i contribuenti, sia fisici che digitali e telefonici.
Numero verde INPS
Il modo più immediato e semplice per contattare l’INPS è attraverso il numero verde del contact center INPS: 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 (da cellulare).
Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00 e il sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00.
Estratto conto contributivo previdenziale e area MyINPS
Se sei alla ricerca dell’estratto conto contributivo o di informazioni sull’INPS, il numero verde del contact center dell’INPS è quello che devi contattare.
In alternativa, puoi accedere all’area riservata MyInps del sito INPS per cercare informazioni e scaricare l’estratto contributivo.
Gli utenti che accedono ai servizi INPS tramite SPID, CNS o CIE possono richiedere un PIN telefonico temporaneo per accedere ai servizi del Contact Center. La generazione del PIN temporaneo è possibile tramite la funzionalità “PIN TELEFONICO” presente su MyInps, e la sua validità può durare da un giorno fino a tre mesi.
Il sito web dell’INPS contiene anche una sezione FAQ con risposte alle domande più frequenti.
L’INPS è presente anche su Facebook e sugli altri social, ma si consiglia di utilizzare il Numero verde INPS o la propria area MyInps per richiedere i propri servizi.
Numeri utili per i servizi INPS
Oltre al numero verde del contact center, esistono altri numeri utili a seconda del servizio che desideri richiedere.
Di seguito ti forniamo una lista completa dei numeri dell’INPS e dei relativi servizi offerti:
Pensioni: 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 (da cellulare)
Disoccupazione: 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 (da cellulare)
Bonus bebè: 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 (da cellulare)
Infortuni sul lavoro: 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 (da cellulare)
Indennità di malattia: 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 (da cellulare)
Posta Elettronica Certificata – PEC
È possibile mettersi in contatto con l’INPS anche tramite il servizio di posta elettronica certificata, se si è in possesso di una casella PEC.
L’INPS ha infatti diverse caselle PEC, afferenti alle proprie sedi fisiche e alle diverse funzioni.
Il servizio PEC è disponibile per le pratiche più sensibili, ma è accessibile solo se si ha una propria PEC.
Il Contact Center INPS
Il Contact Center dell’INPS è responsabile di fornire informazioni e assistenza a iscritti e pensionati di tutte le gestioni dell’Istituto.
Per contattare il Contact Center, è possibile chiamare il numero gratuito 803 164 da telefono fisso o il numero 06 164 164 da cellulare, a pagamento in base alla tariffa applicata dal proprio operatore telefonico.
Gli operatori del Contact Center gestiscono le richieste e, se necessario, le inoltrano alle sedi territoriali competenti dell’Istituto per approfondimenti.
Se richiesto, l’operatore del Contact Center prenota un appuntamento per l’utente presso la sede INPS.
L’utente ha la possibilità di monitorare lo stato di lavorazione delle richieste alle sedi territoriali competenti.
INPS Risponde
INPS Risponde è il servizio che permette di inviare telematicamente, dal proprio pc, richieste di informazioni e chiarimenti.
Si può anche monitorare lo stato delle pratiche richieste.
Se hai ancora qualche dubbio sulla tua situazione previdenziale, non fermarti! Hai sempre la possibilità di richiedere una consulenza indipendente gratuita per poter avere la certezza della tua situazione contributiva.
Le Sedi Fisiche – Gli uffici dell’INPS
L’INPS riceve agli sportelli delle varie sedi il pubblico, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.30.
È necessario prenotare l’accesso agli sportelli delle sedi INPS in anticipo, indicando il tipo di sportello richiesto (ad esempio sportello pensioni o ammortizzatori sociali), il giorno e l’ora desiderati e l’esigenza specifica.
Per prenotare l’accesso in sede si possono utilizzare la funzione “Prenota un appuntamento” disponibile nell’Area MyINPS, la funzione “Prenota un appuntamento” visualizzata dopo l’autenticazione nella home page, o il servizio Sportelli di Sede presente sul sito dell’INPS.
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